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Sofo e Vinci lasciano la Lega dopo il sì a Draghi

In un lungo comunicato l'europarlamentare chiarisce le ragioni del suo abbandono: "Per coerenza con le mie convinzioni non posso condividere il percorso intrapreso entrando nella grande alleanza a sostegno di Draghi"

Sofo e Vinci lasciano la Lega dopo il sì a Draghi

Anche nella Lega di Matteo Salvini c'è chi non ha preso bene l'appoggio al governo Draghi, a causa della deriva centrista che il partito sta iniziando ad assumere rispetto alle sue posizioni precedenti ed a quell'eurocentrismo che stride con le battaglie portate avanti dal Carroccio a Bruxelles.

"La fiducia al governo Draghi per la Lega rappresenta una svolta netta rispetto al progetto politico al quale ho lavorato da quando Matteo Salvini è diventato segretario federale", spiega infatti Vincenzo Sofo, come riportato da AdnKronos."Sono entrato in questo movimento nel 2009 perché era l'unica alternativa al Pdl e a una deriva centrista del centrodestra che lasciava orfani milioni di italiani in cerca di qualcuno che ne difendesse le istanze identitarie, patriottiche e sociali", puntualizza ancora l'europarlamentare. "Proprio per questo fui tra i primissimi e più entusiasti sostenitori della svolta nazionale impressa al Carroccio da Salvini per costruire una forza politica in grado di dare battaglia a Bruxelles per impedire il suicidio dell'Europa e del nostro paese a colpi di folli direttive UE".

Un distacco troppo netto rispetto alle originarie prerogative del partito, tale da determinare la scelta di abbandonare la Lega per appoggiare le posizioni meno centripete di Fratelli d'Italia, unico ancora rimasto a combattere per la difesa dell'identità nazionale. "Ecco perché, pur comprendendo il momento emergenziale, per coerenza con le mie convinzioni non posso condividere il percorso intrapreso entrando nella grande alleanza a sostegno del neonato governo Draghi, il quale temo che provvederà passo dopo passo a un reset di tutto ciò per il quale ci siamo battuti". L'appoggio all'ex governatore della Bce è l'abbandono definitivo ad un progetto patriottico ed una resa ai voleri dell'Europa. "Con questa decisione la missione della Lega cambia e mira a raccogliere l'eredità del Pdl più che a costruire un grande movimento patriottico, identitario, conservatore e sociale. Scelta legittima e probabilmente affine alla sua natura originaria, ma in contrasto con le ragioni per le quali personalmente aderii a questo movimento e ai fondamenti che hanno sempre caratterizzato la mia attività politica", precisa ancora Sofo.

L'europarlamentare non rinnega il suo passato, ma ritiene di dover portare avanti le battaglie promesse ai suoi elettori durante la campagna elettorale del 2019: "Prendo dunque atto di questa svolta che però, nonostante sia difficile e doloroso lasciare un movimento dopo quasi dodici anni e molte battaglie fatte, mi impedisce di proseguire oltre la militanza per la Lega. Che non rinnego, che ringrazio e che continuo a ritenere un interlocutore politico importante su molti temi. Ma devo continuare il mandato affidatomi nel 2019 dagli italiani di battermi al Parlamento Europeo contro le tante storture e ingiustizie dell'Unione Europea attuale e ciò a mio avviso poco si concilia con le intenzioni di Zingaretti, Renzi e Di Maio che, come si evince dalla scelta dei ministri, costituiranno la spina dorsale di questo governo Draghi rendendo difficilissimo alla Lega riuscire a indirizzarlo verso la strada giusta". Sofo quindi decide di cambiare e di appoggiare il progetto dei conservatori europei guidati da Giorgia Meloni.

"Siamo certi che l'intero gruppo Ecr accoglierà Vincenzo Sofo con entusiasmo, avendo imparato ad apprezzarne l'azione, la competenza e lo spessore politico e culturale", dichiara Carlo Fidanza."La volontà manifestata dall'europarlamentare Vincenzo Sofo di aderire al gruppo Ecr al Parlamento Europeo dimostra come il progetto politico dei Conservatori europei, il cui partito internazionale è guidato da Giorgia Meloni, sia trainante ed aggregante", puntualizza ancora il capodelegazione di Fratelli d'Italia- Ecr al Parlamento europeo. "Un progetto rafforzato in questi giorni dalla posizione di coerenza di Fratelli d'Italia sul piano nazionale nel dire No a governi innaturali come l'esecutivo Draghi. Del resto, nessuno dei 44 partiti aderenti alla nostra famiglia politica governa con la sinistra", conclude.

Ad abbandonare il Carroccio, per tenere fede alle promesse fatte ai suoi elettori, dopo aver votato no al nuovo esecutivo guidato da Draghi, è il deputato Gianluca Vinci. "Ho deciso di votare no a questo governo e non far parte di una maggioranza variopinta dove tutti odiano tutti ma si sta uniti, si danno nuove cariche e si cambiano i 'programmi' della legislatura senza mai andare al voto". Il parlamentare ha scelto di schierarsi al fianco di Giorgia Meloni."Il mio no non è stato una scelta, ma un atto dovuto, rispettoso del mandato ricevuto dagli elettori che alle elezioni hanno votato per avere un'alternativa alla Sinistra.

Ritengo fondamentale che gli elettori di centrodestra non siano traditi e che abbiano una rappresentanza in Parlamento che porti avanti i loro valori e le loro idee", ha spiegato Vinci su Facebook.

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