Politica estera

DeSantis snobba Biden. E Trump li batte entrambi

Smacco al presidente in Florida. Nei sondaggi il tycoon stravince tra i Repubblicani col 59%

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Nemmeno le tragiche conseguenze di un uragano fanno mettere da parte le rivalità politiche della corsa alla Casa Bianca. Solitamente in occasione di un disastro naturale, come quello avvenuto in Florida con il passaggio di Idalia, un presidente e le autorità statali anche di partiti opposti si mostrano uniti nella solidarietà, ma in questo caso il governatore repubblicano Ron DeSantis ha rifiutato di vedere Joe Biden. Nonostante il comandante in capo avesse già annunciato l'incontro con DeSantis nel corso della visita insieme alla first lady nelle zone colpite, il candidato alle primarie Gop ha fatto smentire dal suo portavoce dicendo che «non aveva alcun piano» di vederlo. La motivazione ufficiale è stata che le misure di sicurezza per la sua visita avrebbero ostacolato i soccorsi. «Sarebbe dirompente mettere in piedi l'intero apparato di sicurezza che accompagna una visita presidenziale», ha spiegato poi DeSantis, riferendo di aver detto a Biden: «Vogliamo essere sicuri che il ripristino dell'elettricità e gli sforzi di soccorso continuino». La Fema (ente federale Usa per la gestione delle emergenze) ha spiegato che in realtà la visita a Live Oak era stata concordata dalla Casa Bianca con il team del governatore a inizio settimana senza che fossero sollevati problemi e anzi era stata scelta proprio perché non avrebbe avuto alcun impatto operativo. Secondo i media, il fatto è che la rivalità elettorale ha preso il sopravvento sulla tragedia e sottolinea le tensioni tra i due politici, le cui campagne si scagliano l'una contro l'altra da mesi. Una recente e-mail inviata dalla campagna di Biden agli elettori ha definito DeSantis un politico che supervisiona un «punto caldo dell'inflazione» e sostiene il «progetto estremo di Maga (lo slogan di Trump) per minare la democrazia».

Al dibattito repubblicano del mese scorso, da parte sua, il governatore ha affermato che il paese è in declino sotto l'attuale presidente democratico, e lo ha accusato di essere rimasto «sulla spiaggia» mentre la popolazione di Maui, alle Hawaii, era colpita da incendi devastanti. Per il senatore democratico della Florida Jason Pizzo, la decisione di DeSantis è solo politica: «La strategia della campagna elettorale ha sostituito civiltà e decoro». In effetti, tuttavia, mostrarsi troppo vicini ad un rivale politico può rivelarsi un'arma a doppio taglio: lo sa bene l'ex governatore repubblicano del New Jersey Chris Christie, che nel 2012, mentre stava valutando un'eventuale candidatura alla Casa Bianca, ha accolto l'allora presidente Obama durante una visita in seguito all'uragano Sandy. Per lui è stato un atteggiamento da «persone civili», ma gli elettori non glielo hanno perdonato. Tra l'altro per DeSantis qualsiasi errore potrebbe essere fatale, visto che si trova già in difficoltà: una voragine lo separa da Trump e ora è anche minacciato dall'ex ambasciatrice all'Onu Nikki Haley, le cui quotazioni sono in crescita. Mentre il governatore arranca, infatti, l'ex presidente allunga: nell'ultimo sondaggio del Wall Street Journal tra gli elettori repubblicani, il 59% considera Trump la prima scelta, con un +11% rispetto ad aprile e un vantaggio su DeSantis che è quasi raddoppiato, arrivando a 46 punti. Ma anche il margine di DeSantis sugli inseguitori si è ridotto: Haley è arrivata all'8%, e l'imprenditore di origini indiane Vivek Ramaswamy al 5%.

Inoltre, la stessa proiezione ha rilevato che il tycoon è in lieve vantaggio pure in un testa a testa con Biden tra gli elettori complessivi: in un'ipotetica nuova sfida tra i due, Trump ha un sostegno del 40%, contro il 39% del rivale dem.

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