Politica estera

DeSantis sta con Trump ma New York si blinda. Da Atlanta altre accuse

Oggi il possibile arresto del tycoon. I suoi smorzano la protesta. E lo sfidante lo appoggia

DeSantis sta con Trump ma New York si blinda. Da Atlanta altre accuse

A New York si rafforza la sicurezza per l'eventuale arresto di Donald Trump, che secondo quanto lui stesso ha dichiarato potrebbe avvenire oggi. Ma nuovi guai legali sono all'orizzonte per l'ex presidente americano, con la procura di Atlanta che valuta i reati di estorsione e cospirazione per i suoi sforzi di ribaltare l'esito delle elezioni in Georgia nel 2020. I pubblici ministeri - secondo fonti citate dalla Cnn - hanno un grande volume di prove sostanziali relative a una possibile cospirazione all'interno e all'esterno dello stato, comprese registrazioni di telefonate, e-mail, sms, documenti e testimonianze davanti a un gran giurì speciale. E il procuratore distrettuale della contea di Fulton, Fani Willis, potrebbe prendere decisioni sulle accuse questa primavera.

Nella Grande Mela, intanto, la tensione è alta dopo l'invito di Trump a manifestare contro una sua possibile incriminazione per aver usato i fondi elettorali per rimborsare al suo allora collaboratore Michael Cohen il pagamento (su suo ordine) di 130mila dollari all'ex pornostar Stormy Daniels per comprarne il silenzio su una loro vecchia relazione. Le forze dell'ordine sono preoccupate, e si stanno preparando per evitare il ripetersi di un nuovo 6 gennaio. Anche se al di là di quanto dichiarato da The Donald una data precisa per la possibile accusa formale ancora non c'è: oggi il grand jury che si sta occupando del pagamento a Stormy Daniels sente Robert Costello, ex consigliere legale di Cohen. Secondo indiscrezioni, i legali dell'ex presidente hanno chiesto l'audizione proprio per screditare quello che da suo fixer ne è diventato il maggiore accusatore.

Contro eventuali proteste violente, a ogni modo, si sono già schierati molti repubblicani, tra cui alcuni dei fedelissimi del tycoon, che pur definendo la sua possibile incriminazione una «persecuzione politica» invitano alla calma. Come lo speaker della Camera Kevin McCarthy, che si è detto contro le manifestazioni: «Non penso che le persone debbano protestare. Nessuno dovrebbe farsi del male a vicenda in questo... Vogliamo calma là fuori. Non credo ci dovrebbe essere alcuna violenza», ha detto, sostenendo comunque che Trump «non sta parlando in modo pericoloso». E dopo giorni il governatore repubblicano della Florida Ron DeSantis, principale potenziale rivale del tycoon nella corsa alla Casa Bianca, ha rotto il silenzio sulla vicenda dell'ex pornostar: «È un pubblico ministero finanziato da Soros. E così lui, come altri pubblici ministeri finanziati da Soros, usano come arma il loro ufficio per imporre un'agenda politica alla società a spese dello stato di diritto e della sicurezza pubblica».

Trump, da parte sua, è tornato sul suo social Truth ad attaccare il procuratore distrettuale di Manhattan, «che sta violando la legge utilizzando la testimonianza falsa e completamente screditata di un condannato bugiardo, criminale e carcerato, Michael Cohen, per perseguire e incriminare incredibilmente un ex presidente, ora candidato presidenziale principale, per un reato che non esiste». Alvin Bragg, ha aggiunto, «dovrebbe essere ritenuto responsabile del reato di interferenza nelle elezioni presidenziali». Ai suoi più stretti consiglieri, tuttavia, The Donald avrebbe confessato che l'incriminazione gli gioverà politicamente, probabilmente rilanciando le sorti della sua campagna per il 2024. Un'analisi che molti osservatori ritengono sia corretta: il caso del pagamento a Stormy Daniels per gli esperti legali è difficile da dimostrare, almeno sulla carta. Molto dipenderà dalle prove raccolte e dal tipo di accuse formali che saranno mosse all'ex presidente, e il fatto che Cohen possa essere il principale testimone suscita delle perplessità in quanto la sua credibilità potrebbe essere messa in discussione dalla difesa.

Intanto, però, dopo che Trump ha lanciato la notizia shock del suo presunto imminente arresto, sono stati solo una trentina i supporter con cartelli e bandiere che si sono radunati domenica davanti alla sua residenza di Mar-a-Lago, in Florida.

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