È un modo di dire entrato nel vocabolario di tutti i giorni: «...così so di che morte devo morire». Adesso però si può, anche se non è detto che uno lo voglia per forza sapere. Con la mappatura del Dna (la fanno in quattro in Italia la Genomnia di Lainate, l'Iga Technology Services di Udine, il Bmr Genomics di Padova, il Personal Genomics di Verona) è possibile saper a quali malattie si è più predisposti, quali geni possono degenerare più di altri, di quali dipendenze è più facile restare prigionieri. Tutto, destino compreso, è scritto dentro di noi, nella carta d'identità biologica racchiusa nella doppia elica della vita. Una possibilità che apre alla scienza nuove prospettive: sapere significa prevenire le malattie, allungare la vita. Ma non è detto si possa, al momento, fare qualcosa. Per questo resta il problema: per un prezzo che parte dai mille euro e per supera i tremila, chi è disposto a sapere in anticipo come va a finire la sua vita? Ne vale veramente la pena? Vi proponiamo due opinioni a confronto. Quelle di Vittorio Feltri e Annamaria Bernardini De Pace.
- Pronto a pagare per sapere di cosa morirò (Vittorio Feltri)
- Scoprire il finale toglie gusto a tutto il nostro film (Annamaria Bernardini De Pace)
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