Destra primo partito nei 4 big d'Europa

I sondaggi di agosto segnano una svolta: non era mai accaduto in contemporanea

Destra primo partito nei 4 big d'Europa
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Si chiama destra il minimo comune denominatore dei paesi di area Ue. Lo dimostrano i sondaggi che, nei quattro big del continente (Francia, Regno Unito, Germania e Italia, ma non solo), raccontano che, per la prima volta contemporaneamente, i partiti di destra sono al primo posto in vista di future o anche solo possibili elezioni. E il fenomeno non riguarda solo i grandi Paesi. Potenzialmente nei prossimi tre anni la destra potrebbe governare, in solitaria o in coalizione, la maggior parte degli stati membri.

Si prenda la Francia, dove il Rassemblement National di Bardella e Le Pen è dato al 31% e che, proprio alla luce di questi numeri, si candida a governare già dalle prossime settimane. Come è noto il prossimo 8 settembre il primo ministro François Bayrou potrebbe essere sfiduciato dall'Assemblea Nazionale e veder aprire una crisi (la quarta) che porterebbe alle urne anticipate. La destra francese "comprende" oltre a RN anche Marion Maréchal, eurodeputata già volto del Front national, che ha da poco fondato un nuovo movimento politico, Identité-Libertés, ricompattando la galassia lepenista in un quadro di conservatorismo europeo. Non è un caso che abbia ha assunto la vicepresidenza dei conservatori europei Ecr assieme a Carlo Fidanza di FdI.

Stesso cliché a nord della Manica, dove Nigel Farage alla testa del partito anti-immigrazione Reform UK, veleggia al 35%. Un pugno nell'occhio per Keir Starmer, da appena un anno a Downing Street ma già in affanno, che ha impostato il proprio governo su austerità e nuove tasse, passaggio che gli è costato già alcuni punti di gradimento da parte dell'elettorato.

In Germania l'ultradestra di Afd ha sfondato quota 20% raggiungendo il 26%, guadagnando ancora un vantaggio nelle ultime settimane e candidandosi a essere il principale competitor della Cdu a guida Friedrich Merz. Negli ultimi 12 mesi Afd ha fatto registrare percentuali record anche nelle elezioni regionali, in Lander orientali come Turingia e Sassonia. Come è noto i democristiani sono scettici verso un'alleanza di centrodestra e, per espressa volontà di Manfred Weber, hanno scelto di contnuare ad isolare Afd. In Italia FdI si conferma primo partito al 29%, forte di un consenso solido e costante coagulatosi attorno alla figura di Giorgia Meloni.

Quanto ai piccoli Stati in Olanda resta in testa al gradimento popolare il Partito per la Libertà di Geert Wilders, PVV, quando mancano due mesi alle nuove elezioni parlamentari dopo quelle anticipate dello scorso 29 ottobre, a seguito dell'uscita del PVV dal governo di coalizione a causa di forti disaccordi sulla politica migratoria. Secondo gli ultimi sondaggi il PVV è dato a 33 seggi (sui 150) a fronte dei 26 di tutto il centrosinistra unito. Resta inteso che, come da tradizione a quelle latitudini, sarà necessario un governo di coalizione, formato da almeno due partiti, vista l'impossibilità che qualcuno raggiunga una maggioranza assoluta, ma l'impronta di destra è ormai chiara.

Al va quadro sommata la proiezione della destra in paesi come la Spagna, dove Vox in un anno ha guadagnato 5 punti rispetto alle elezioni che, è utile ricordarlo, erano state vinte dai popolari di Feijoo.

Per un gioco di alleanze si era poi formato un governo di centrosinistra guidato da Pedro Sanchez, arrivato secondo e in sella solo grazie ai voti dei secessionisti catalani di Puidgemont. Anche lì Santiago Abascal e la sua destra studiano per governare.

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