Seppur con diverse sfumature, nessuno di loro sosterrà la riforma della separazione delle carriere.
Da Matteo Renzi a Debora Serracchiani e Riccardo Magi. Fino a Luigi De Magistris e Nicola Gratteri. A elencare alcuni dei personaggi che qualche anno fa si dicevano a favore dei punti principali del testo che sarà votato al referendum è la Fondazione Luigi Einaudi. Un video in cui si mettono insieme i volti e le voci di chi diceva sì alla separazione tra giudici e Pm. C'è Riccardo Magi, segretario di +Europa, pedigree radicale, che a differenza dei compagni di partito Emma Bonino e Benedetto Della Vedova è contro il testo sulla giustizia. A settembre, dopo il voto alla Camera, parlava di una riforma "inutile e vendicativa". E, ancora, il 30 ottobre: "La riforma di per sé non segnerà né l'avvento di una rivoluzione liberale e garantista né la fine della democrazia, ma solleva diversi dubbi". Il giorno dopo pattina, in una lettera inviata al Foglio: "La separazione delle carriere è giusta ma questa riforma non lo è". Quindi la clip ripescata dalla Fondazione Einaudi: "Questa della separazione delle carriere è la riforma irrinunciabile, non più rinviabile, necessaria di attuazione della nostra Costituzione". Simile è la parabola di Renzi. Nel filmato diffuso ieri sui social si vede l'ex premier, a settembre del 2023, dire: "Se la Meloni non fa retromarcia anche su questo, noi è certo che stiamo a favore dell'elezione diretta del premier e della separazione delle carriere. Sono le cose che abbiamo sempre detto noi".
Renzi con Iv, in Parlamento, però nel voto finale sulla riforma si è astenuto. "Con la separazione non cambia niente, è solo una bandierina", ha detto in Senato l'ex rottamatore. Precisando: "Noi che siamo favorevoli da sempre alla separazione delle carriere ci asteniamo perché pensiamo che la montagna abbia partorito il topolino". Debora Serracchiani, oggi responsabile giustizia del Pd, è schierata a favore del No e parla addirittura di "un attacco diretto all'indipendenza della magistratura e alla nostra democrazia". La deputata, nel 2019, aveva sottoscritto la mozione per la candidatura alla segreteria dem di Maurizio Martina, in cui si leggeva: "Il tema della separazione delle carriere appare ineludibile per garantire un giudice terzo e imparziale". Nel video della Fondazione Einaudi appare anche il magistrato Nicola Gratteri, un frontman del No. Per il Csm "l'unica via d'uscita è il sorteggio.
Perché è l'unico modo per dare meno potere alle correnti", diceva il Pm a Otto e Mezzo nel 2021. Poi un altro insospettabile, Luigi De Magistris, ora per il No, che spiegava: "Csm sorteggio. Separazione delle carriere tra Pm e giudici garantendo però l'autonomia e l'indipendenza del pubblico ministero".