
Nelle storie a fumetti ci sono sia le parole, sia i pensieri. I testi di questi ultimi si distinguono dai dialoghi per la forma "a nuvoletta" del fumetto. È una trovata narrativa che genera situazioni esilaranti. E che ci appartiene: quante volte ci sarà capitato di dire una cosa pensando invece il suo indicibile contrario? Così ci pare che non esista una forma migliore del fumetto per immaginare quello che è successo ieri a Turnberry, nell'Ayrshire, Scozia, un'ora di auto a sudovest di Glasgow, tra due leader politici agli antipodi della natura umana: Donald Trump e Ursula von der Leyen.
Lui, 79 anni, è il 47esimo presidente Usa; lei, 67 anni, la decima presidente della Commissione Ue di nomina parlamentare. Lui, l'anno scorso, ha ottenuto 77 milioni e 302mila voti popolari nell'elezione diretta del capo di una Repubblica presidenziale. Mentre lei di voti ne ha presi zero, nominata dal parlamento comunitario.
Ecco perché nell'incontro di ieri tra i due (che non si parlavano dal gennaio del 2020) i fumetti dei pensieri di The Donald erano quelli di un uomo vecchio stile, forte dello straordinario consenso popolare nella più grande potenza mondiale che, giocando in casa (il golf club sede del meeting è di sua proprietà), incontrava una signora che per lui - conta meno di nulla, tanto da non essere mai stata ricevuta alla Casa Bianca in questi mesi, a differenza dei leader di Francia, Germania, Regno Unito, Italia. Incontro necessario però, gli avevano spiegato, per chiudere l'accordo preparato a latere dagli sherpa economici. Non a caso è bastata un'oretta per annunciare l'intesa sui dazi al 15% e scambiarsi educati e rispettosi convenevoli. Il tutto tra una buca e l'altra nel Turnberry golf club.
D'altra parte bisognava evitare ogni imprevisto e qualsiasi impulsività, nel faccia a faccia tra una donna nata nella sofisticata Bruxelles, dove il padre era funzionario europeo già dagli anni'50, e nobilmente sposata con Heiko von der Leyen (rango principesco), da cui ha avuto ben sette figli, e un ex immobiliarista cresciuto nelle strade multicolori del Queens di New York per il quale "far lavorare una moglie è molto pericoloso". Chissà se Donald l'ha pensato anche ieri.
Posto che l'impressione è quella di un esito quasi scontato, a cui si è giunti dopo quattro mesi di tira e molla che, alla fine, non muoveva più di tanto nemmeno le Borse, resta il sapore di un faccia a faccia storico. Da una parte una donna colta e aristocratica che, nel rappresentare la stanchezza del vecchio Continente, si è dovuta misurare con il cambiamento in corso nell'approccio atlantico.
Dall'altra uno Yankee se ce n'è uno, i cui quattro nonni sono però tutti nati in Europa, tra Scozia e Germania (quello paterno in Renania Palatinato, non distante dalla Bassa Sassonia, terra degli avi di Ursula).Ci piace pensare che, in fin dei conti, questa storia un peso ce l'abbia avuto. E che nei rapporti tra Usa ed Europa, al netto dei pensieri dei protagonisti, continuerà ad averlo anche in futuro.