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Adesso il Dpcm slitta di nuovo: ma subito obbligo di mascherina

Il caos sul numero legale alla Camera potrebbe ritardare tutto. Si pensa all'ipotesi di un decreto-ponte per le misure

Adesso il Dpcm slitta di nuovo: ma subito obbligo di mascherina

Il nuovo Dpcm per prolungare le misure contro la pandemia di Covid slitta di una settimana mentre l'obbligo di utilizzare le mascherine sarà valido fin da subito. Sono queste le ultime novità che arrivano da Palazzo Chigi, dove è saltato il Consiglio dei ministri che in serata avrebbe dovuto sancire la fumata bianca sul provvedimento.

Mascherine da subito

Tutta colpa dell'incidente avvenuto alla Camera, dovuto al mancato numero legale sul voto delle risoluzioni sulle comunicazioni del ministro della Salute, Roberto Speranza, in merito all'emergenza coronavirus. Il cdm sarà rimandato con ogni probabilità a domani.

Secondo quanto sottolineato dall'Adnkronos, il premier Giuseppe Conte potrebbe firmare nelle prossime ore una sorta di Dpcm ponte per traghettare le misure anti Covid che scadrebbero sempre domani, 7 ottobre. Sia chiaro, quella appena descritta è una possibilità, visto che le regole contenute nel Dpcm in vigore varrebbero anche per la giornata di domani, fino alla mezzanotte. Tuttavia, considerando i tempi necessari per la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, l'esecutivo sta valutando l'opzione Dpcm ponte, un decreto che verrebbe sostituito a strettissimo giro da un nuovo Dpcm post voto Camera e post Cdm.

Come ha sottolineato Repubblica, anche se il Dpcm dovesse slittare di una settimana ed essere sostituito da un provvedimento momentaneo, l'estensione delle mascherine obbligatorie all'aperto sarà salvata e introdotta a partire da domani. La misura troverà spazio nel decreto con cui il governo prorogherà lo stato di emergenza fino a gennaio. Ricordiamo che coloro i quali non indosseranno la mascherina all'aperto, secondo le disposizioni previste, andrà incontro a una multa pesantissima (da 400 a 1.000 euro).

Dpcm e stato di emergenza

Così facendo i giallorossi prendono tempo e buttano un occhio alla curva del contagio, pronti a intervenire in modo pesante laddove dovesse essercene bisogno. Gli interventi saranno in ogni caso attuati dopo averli concordati con le Regioni.

Detto altrimenti, lo slittamento della tabella di marcia ha due cause profondamente interconnesse: una temporale, l'altra burocratica. Il Dpcm in vigore, come detto, scadrà domani. Affinché l'esecutivo possa sfornarne uno nuovo è prima necessario prorogare lo stato di emergenza. Il cdm potrà farlo soltanto domani, dopo aver preso atto delle risoluzioni votate dal Parlamento. Le stesse risoluzioni posticipate in giornata per via del mancato numero legale.

In ogni caso il decreto sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale non prima di giovedì. A quel punto l'effetto sarà "scavallare" la scadenza del Dpcm in vigore, o emanare un Dpcm valido fino al 15 ottobre (attuale scadenza dello stato di emergenza). L'esecutivo, scegliendo la strada descritta, prorogherà lo stato di emergenza fino al gennaio 2021 e, grazie a questo decreto, approvare un Dpcm con una scadenza più lunga.

Tutte le restrizioni

Il prossimo Dpcm seguirà la linea della prudenza. Per questo motivo saranno confermate, e rafforzate, tutte le misure essenziali fin qui adottate dal governo per stroncare la curva dei contagi. Tre saranno le regole fondamentali, a cominciare dal corretto utilizzo delle mascherine (anche all'aperto) per poi proseguire con il distanziamento di almeno un metro con divieto di assembramento e il rispetto delle più basilari norme igieniche (come il ripetuto lavaggio delle mani).

A meno di clamorosi colpi di scena non dovrebbe invece trovare spazio il riferimento alle cosiddette chiusure selettive. In ogni caso, all'interno della nota di aggiornamento al Def, si legge che nello scenario di rischio è possibile che la ripresa dei contagi possa aggravarsi nei mesi finali del 2020, provocando un aumento dei ricoveri ospedalieri. Tutto questo "indurrebbe il Governo a reintrodurre misure precauzionali, peraltro meno drastiche che nella scorsa primavera".

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