Draghi: "Il rischio di recessione esiste. Ma io sono ottimista: l'Europa ha le risorse per farvi fronte"

All'improvviso ecco che torna Super Mario e ci regala qualche speranza

Draghi: "Il rischio di recessione esiste. Ma io sono ottimista: l'Europa ha le risorse per farvi fronte"
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All'improvviso ecco che torna Super Mario e ci regala qualche speranza. Insomma, dice, questo è davvero un momentaccio, ci sono due guerre, non abbiamo risolto la crisi energetica, eppure, numeri alla mano, dal punto di vista economico qualcosa si può fare. Nella zona euro c'è un rischio di recessione ma non direi né profondo né destabilizzante. Il punto di partenza è molto buono, con la disoccupazione più bassa di sempre e un mercato del lavoro robusto. In più l'inflazione sta scendendo. E ora aspettiamo i primi due trimestri del prossimo anno per avere un quadro completo. Ma attenzione, le buone notizie finiscono qui, per il resto infatti l'orizzonte è buio. Nero. O l'Europa agisce insieme e allora diventa un'unione più profonda, capace di esprimere una politica estera e di difesa comune, oppure temo che non sopravviverà, se non come mercato unico.

Così Draghi, a un evento del Financial Times. L'ex premier non parla dell'Italia, tantomeno del governo Meloni. Il suo faro è acceso sulla Ue: Ursula von der Leyen lo ha incaricato di provare a ritirare su la competitività e lui sta allestendo una squadra di esperti. Per aumentarla, spiega, molte cose possiamo impararle da americani e inglesi, guardando ad esempio ai poli culturali e tecnologici allestiti nella Silicon Valley o dalle università di Oxford e Cambridge. Abbiamo bisogno di una produttività molto più sostenuta , anche per aiutare una società che invecchia, e possiamo riuscirci solo attraverso investimenti ad alto valore aggiunto e ad alto tasso di tecnologia. La prima cosa, sostiene Draghi, è partire dal capitale umano, dalle competenze. Poi dobbiamo agire sull'energia perché è chiaro che non andiamo da nessuna parte se la paghiamo due o tre volte di più di quanto costa nel resto del mondo. La ricetta? Razionalizzare le spese per la difesa e ottenere forniture comuni di gas, per abbattere i prezzi.

E qui si torna al punto chiave: per trattare con forza, per battere i pugni sul tavolo ed essere ascoltati, occorre essere uniti. Alla Ue serve più integrazione per avere più voce. Non solo siamo indietro, ma la guerra in Ucraina è stata preceduta da una lunga serie di arretramenti sui nostri valori fondamentali, che l'ex presidente della Bce elenca. L'ammissione della Russia nel G8 nonostante il mancato riconoscimento della sovranità di Kiev, la promessa non rispettata di un intervento in Siria nel caso Assad avesse usato i gas, la Crimea, il ritiro dall'Afghanistan. E il Medio Oriente, dove siamo passivi.

Una catena di errori e una lezione. Mai scendere a compromessi sui valori fondamentali della Ue, pace, democrazia, libertà, sovranità nazionale. Il mondo è cambiato, in peggio. Assistiamo all'ascesa di autocrazie e democrazie illiberali, a negazione dei diritti civili, a violazioni di diritti umani. Ed è andato in pezzi il triangolo su cui si agganciava tutto.

Il modello geopolitico sul quale ci siamo retti dalla fine della seconda guerra mondiale - sostegno degli Stati Uniti per la difesa, esportazioni dirette principalmente in Cina, approvvigionamenti energetici a poco prezzo dalla Russia- non esiste più. Ed è finito il tempo di perdersi mediazioni tra 27. Uniti o si chiude bottega.

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