Il rave nel viterbese è finito dopo cinque giorni di sballo. Ora tutti con gli occhi puntati sui gruppi Telegram ad aspettare le indicazioni per la prossima festa abusiva, pare i primi di settembre in Albania, che ha fama di essere un altro posto dove i controlli non sono severi. Come non lo sono stati in Italia. È quello che cercano gli organizzatori e che fa storcere la bocca ai titolari delle discoteche, che sono ancora al palo ad assistere agli abusi. «Lo Stato tollera eventi come questo e poi fa morire il nostro settore che è del tutto legale. È una vergogna», torna a ribadire Maurizio Pasca, presidente nazionale dell'Associazione italiana imprese di intrattenimento.
Ma è solo una delle polemiche sulla scia del rave di Valentano, che ha attirato circa 10mila ragazzi da ogni parte d'Europa. Come è stato possibile un simile evento senza che nessuno muovesse un dito per impedirlo? Nessuno sapeva e nessuno ha fermato questo fiume di persone arrivate sul lago di Mezzano con automobili, camper e tir carichi di materiale acustico. Cinque giorni di musica pompata a tutto volume, trasgressione e droghe a go-go. Al punto che uno dei partecipanti ha raccontato al Corriere della Sera una gestione degli stupefacenti tutt'altro che improvvisata. Sulle macchine c'erano addirittura i cartelli con i prezzi delle varie sostanze in vendita: chetamina e lsd a pochi euro. Presenti anche laboratori improvvisati per analizzare le sostanze ed evitare «incidenti». È stato intercettato dalla polizia di Arezzo sull'autostrada A1, nei pressi di Chiusi, un trafficante di droga albanese residente a Novara che ha confessato di essere diretto proprio nel viterbese per piazzare la roba tra i partecipanti del rave. Gli stupefacenti erano nascosti nel cofano e sotto lo sgocciolatoio del parabrezza. Alla vista degli agenti il trentenne ha mostrato un atteggiamento sospetto e durante la perquisizione sono saltati fuori un bilancino di precisione e numerosi involucri di cellophane: quattro di cocaina, due di marijuana e uno di hashish per un totale di 700 grammi. È andata male a lui, come ad un latitante che deve scontare 8 anni per furto e rapina, sorpreso dagli agenti durante i controlli post-rave, che continuano senza sosta per disperdere i partecipanti che hanno lasciato il luogo del raduno ma si fermano qua e là in gruppi numerosi, mettendo in allarme i sindaci delle varie località. Dove passano le carovane vengono segnalati furti e «stravaganze», come quella degli otto giovani entrati completamente nudi in un supermercato in Maremma. Molti mezzi si sono fermati a Magliano, altri nella Tuscia. La polizia locale è intervenuta a Montalto di Castro e a Bagnoregio. Già giovedì sera il sindaco di Montalto aveva allertato le autorità per l'arrivo dei mezzi, chiedendo un intervento immediato per sgomberare i presidi creati nelle spiagge e nelle campagne. E ieri i reduci del rave che si erano accampati abusivamente sono stati allontanati. Altri interventi simili sono stati necessari sul lago di Bolsena e sul lago di Corbara (Terni). Accampamenti anche sulle spiagge di Talamone e della Giannella. Centinaia i mezzi controllati e 200 le persone identificate, 10 quelle segnalate per possesso di droga.
In provincia di Lecce, intanto, la polizia ha
sventato un altro rave nelle campagne, riuscendo a intercettare un furgone con a bordo alcuni giovani in possesso di impianti per la diffusione sonora. Il materiale è stato sequestrato e tre ragazzi sono stati denunciati.
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