Due italiani ad Alligator Alcatraz. "È un campo di concentramento"

L'italo-argentino Fernando Artese e il siciliano Gaetano Costa detenuti nella prigione per migranti in Florida: "Umiliati e trattati come criminali"

Due italiani ad Alligator Alcatraz. "È un campo di concentramento"
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Nel famigerato "Alligator Alcatraz", il centro di detenzione per migranti voluto da Donald Trump in Florida, ci sono anche due italiani. Come scrive il Tampa Bay Times sul suo sito, uno è il 63enne Fernando Eduardo Artese, con doppio passaporto italiano e argentino, arrestato a fine giugno mentre tentava di lasciare gli Stati Uniti. E oltre a lui ci sarebbe il 45enne siciliano Gaetano Cateno Mirabella Costa. A confermare la notizia (non l'identità) è la Farnesina, spiegando che "il Consolato Generale d'Italia a Miami e l'Ambasciata a Washington stanno seguendo la vicenda con la massima attenzione, mantenendosi in costante contatto con i famigliari dei connazionali, e continuando a interessare le autorità dell'Immigration and Customs Enforcement (Ice) per reperire informazioni aggiornate sul loro stato di salute e sulle tempistiche previste per il rimpatrio".

Il centro di detenzione sorto nel cuore delle Everglades è stato soprannominato "Alligator Alcatraz" perché circondato da paludi selvagge pattugliate da rettili dai denti aguzzi e serpenti velenosi. Secondo le interviste telefoniche condotte dal giornale locale con 7 detenuti e alcuni familiari, le condizioni nella struttura sono disumane. "Questo è un campo di concentramento. Ci trattano come criminali e cercano di umiliarci - ha riferito Artese -. Siamo tutti lavoratori e persone che lottano per le nostre famiglie". L'uomo era entrato quasi 10 anni fa negli Usa dalla Spagna usando il suo passaporto italiano nell'ambito del programma di esenzione del visto per 90 giorni, superando poi il periodo consentito. La sua famiglia lo ha seguito nel 2018: la moglie Monica Riveira, 62 anni, ha un visto per studenti e la figlia 19enne Carla è arrivata con lei legalmente. La famiglia viveva a Hialeah, nella contea di Miami-Dade, dove Artese gestiva un'azienda di installazione di telecamere, e l'anno scorso si sono trasferiti in un parco di case mobili nella contea di Broward. La polizia lo ha fermato a fine giugno mentre guidava il suo camper con un unico obiettivo: lasciare il Paese. Artese era diretto in Colorado con moglie e figlia, per poi arrivare in California, entrare in Messico, attraversare l'America Centrale e raggiungere l'Argentina. "Eravamo pronti", ha spiegato. Gli agenti tuttavia hanno scoperto che c'era un mandato di arresto nei suoi confronti perché non si era presentato a un'udienza a marzo per una multa per guida senza patente (secondo i parenti, lo aveva fatto proprio perché temeva di essere fermato). Sei giorni dopo l'arresto, è stato consegnato agli agenti dell'Ice e portato nel centro di detenzione.

L'altro italiano, Mirabella Costa (nato a Taormina nel 1980), sarebbe stato arrestato il 3 gennaio di quest'anno per detenzione di sostanze stupefacenti senza regolare prescrizione medica, aggressione nei confronti di una persona con più di 65 anni, ed è stato rinchiuso presso il carcere della Contea di Marion. Il suo procedimento giudiziario si è concluso il 7 maggio con condanna a sei mesi, e a seguito della scarcerazione è stata disposta la deportazione in Italia per violazione delle norme migratorie. Lo scorso 9 luglio, il 45enne sarebbe stato trasferito all'"Alligator Alcatraz", che può ospitare fino a 5mila persone.

"È conosciuta come l'Alcatraz degli alligatori, il che è molto appropriato, perché non è un posto in cui vorrei fare un'escursione a breve", ha detto Trump subito dopo l'inaugurazione, spiegando di aver lavorato "duramente" con il governatore della Florida Ron DeSantis per realizzarlo.

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