«È una bella giornata per andare per lo spazio». Non proprio una frase solenne come «un piccolo passo per un uomo, un grande passo per l'umanità» di Neil Armstrong dopo l'allunaggio del 20 luglio 1969, ma dobbiamo accontentarci. È così, con lo spirito di chi va al mare di domenica con la schiscetta piena di insalata di riso, che Richard Branson, 71 anni tra sei giorni, ha presentato la sua domenica spaziale con un tweet accompagnato da una sua foto in compagnia dell'amico-rivale e suo competitor nel business turismo spaziale Elon Musk. Poi è salito sulla navicella Unity in compagnia di cinque compagni di scampagnata (altrettanti dipendenti di Virgin: i piloti Dave MacKay e Michael Masucci, l'ingegnere Colin Bennett, l'istruttrice Beth Moses e la vicepresidente del gruppo Virgin Sirisha Bandla) per il primo viaggio con equipaggio completo della Virgin Galactic, la compagnia fondata nel 2004 e con cui l'imprenditore è convinto di poter presto effettuare viaggi regolari nello spazio. Ed è tornato circa un'ora e mezza dopo, atterrando senza problemi. Nel frattempo Branson e i suoi collaboratori avevano potuto sperimentare la non comune sensazione dell'assenza di gravità e la visione della nostra vecchia Terra immersa nel buio dalla distanza di 90 chilometri per un quarto d'ora. Privilegi finora riservati alla ristretta cerchia degli astronauti e che presto potrebbero essere a portata di portafogli anche di chi astronauta non è (ma ricco certamente sì).
Il lancio è avvenuto attorno alle 16,30 ora italiana, dallo SpacePort America di Truth or Consequence, località nel nulla del New Mexico dal nome ispirato a una trasmissione radiofonica degli anni Cinquanta dello scorso secolo. Branson e i suoi compagni di viaggio hanno dovuto aspettare un'ora e mezza rispetto ai programmi, a causa dei venti troppo forti per garantire la totale sicurezza del decollo. Una volta arrivata a un'altezza di circa 13 chilometri, Unity si è staccata dal vettore «madre» e ha proseguito il viaggio da sola sfruttando la potenza dei propri razzi. Quindi ha raggiunto i 90 chilometri di altezza, al di sopra dei primi tre strati dell'atmosfera (troposfera, stratosfera e mesosfera), dove la gravità non esiste quasi più. Qui Branson e soci hanno potuto provare l'ebbrezza del fluttuare per aria e guardare il mondo da un oblò. Anzi, da 17 grandi oblò puntati in varie direzioni. Poi il ritorno e l'atterraggio a poca distanza dal punto di partenza, salutato da un applauso del pubblico. «Esperienza di una vita», ha detto telegrafico e visibilmente emozionato Branson.
Ora dal sogno però si deve passare al business. È stata questa parolina magica a spingere Branson e i suoi collaboratori ad affrettare i tempi, anticipando la passeggiata spaziale rispetto alla scadenza fissata originariamente per fine estate. L'intenzione era quella di bruciare sul tempo la Blue Origin di Jeff Bezos, il fondatore di Amazon e l'uomo più ricco della Terra, che ha annunciato la partenza del primo razzo turistico dal Texas occidentale per il 20 luglio. Missione compiuta per Branson. Dopo il «viaggio zero» di ieri e dopo un altro paio di volid i prova, Virgin Galactic conta di passare alla fase dell'offerta commerciale, a regime dall'anno prossimo. L'obiettivo di Virgin è di realizzare 400 voli all'anno da Spaceport America. Per ora sono stati «staccati» già circa 600 biglietti a un prezzo compreso fra 200mila e 250mila dollari, ad aspiranti astronauti per un giorno di una sessantina di Paesi diversi. Tra essi c'è anche il già citato Musk, patròn di Tesla, che avrebbe anche già pagato un anticipo tutto sommato umano di 10mila dollari per assicurarsi un posto sulla navicella. Un gesto che ha un doppio significato: oltre all'amicizia che lega i due c'è il fatto che Musk con la sua SpaceX è il terzo incomodo nella corsa allo spazio democratico (si fa per dire).
Per ricambiare, Branson ha annunciato che forse anche lui volerà sui mezzi della concorrenza.La VSS Unity è un nuovo esemplare della navicella dopo che, durante un test nel 2014, la prima versione si era spezzata in volo a causa di un errore umano e aveva ucciso uno dei piloti.
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