E la giunta Appendino è al capolinea

Terzo addio in Consiglio. Ora il sindaco è appeso a un voto: il suo

E la giunta Appendino è al capolinea

Torino Anno nuovo, grane vecchie per Chiara Appendino il sindaco pentastellato della città di Torino, che durante il primo consiglio del 2020 ha perso un altro pezzo della sua maggioranza che diventa sempre più risicata.

A far volare gli stracci prima di lasciare il movimento, questa volta è stato il consigliere Aldo Curatella che in una lettera inviata al presidente del Consiglio comunale, Francesco Sicari: «Non era questo il movimento, non erano queste le finalità che ci si prefiggeva e non è più possibile restare all'interno di un contenitore che ha solo l'intestazione originaria ma è ormai quanto di più lontano si possa immaginare».

Insoddisfatto da molti mesi, forse deluso per la mancata promozione in giunta dopo l'uscita di Paola Pisano - oggi ministro del Conte Bis - Curatella è sempre stato critico sulla gestione nazionale, da quando a guidare il M5s c'è Luigi Di Maio. Così accanto al giudizio negativo rivolto alla gestione Appendino - tra le quali la scalata di Cristina Seymandi che dall'ufficio stampa del gruppo è passata ad un ruolo interno al Comune, per un balzo che pare proiettarla verso una candidatura da sindaco nelle prossime elezioni - l'ormai ex consigliere 5s ha puntato anche il dito sulla piattaforma Rousseau, «che rappresenta il modo perfetto per decidere facendo credere che la scelta sia condivisa». Quello di Curatella è il terzo addio ai pentastellati torinesi.

Nella conferenza stampa di fine anno, una sorridente Appendino aveva fatto intendere di volersi ricandidare per il secondo mandato in città: «Entro l'estate - aveva detto - dichiarerò le mie intenzioni». Ora però, con una maggiorana traballante e ridotta all'osso, le elezioni comunali sembrano essere più vicine rispetto alla scadenza naturale del mandato, fissata per la primavera del 2021.

Per ora Appendino ha ancora la maggioranza in Sala Rossa, ma dovrà fare affidamento sempre sul proprio voto perché sarà sufficiente l'assenza di uno dei consiglieri 5stelle per far venire meno il numero legale e far saltare i lavori.

La maggioranza del Movimento 5Stelle era partita nel 2016 con 25 esponenti - su 41 consiglieri comunali -, e a meno di quattro anni di mandato si è ridotta a 22, Appendino compresa, quindi con due soli voti di margine.

Nei prossimi mesi basterà davvero poco per far sprofondare il primo cittadino dal sogno di un doppio mandato all'incubo delle elezioni anticipate.

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