E non c'è pace neanche per lo sport: boicottaggio totale nel ciclismo

Il veto, dalla Vuelta alle strade italiane. Il team Israel costretto a non partecipare per le minacce pro Pal

E non c'è pace neanche per lo sport: boicottaggio totale nel ciclismo
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Non c'è pace per il ciclismo, non c'è pace per lo sport. Si predica bene e si razzola malissimo. Nel ciclismo è dalla Vuelta che sono in atto azioni di disturbo e di intolleranza, di criminalizzazione ed esclusione. Nel World Tour la Champions League delle due ruote corre la Israel PremierTech: niente da fare, questi devono uscire dal gruppo. Questo è quello che gridano e vogliono i proPal. Poco importa che siano ragazzi che stanno praticando il loro lavoro. È giusto metterli all'indice e con il pollice in giù: altro che pace, altro che pietas.

Corsi e ricorsi della storia, anche se qui non li fanno più correre. È accaduto anche ieri al Giro dell'Emilia (vinto dal messicano Isaac Del Toro, ndr): la Israel invitata a starsene a casa. L'aveva detto a chiare qualche giorno fa anche l'illuminata assessora allo sport del Comune di Bologna, Roberta Li Calzi: qui gli ebrei non corrono. Peccato che ora rischiano seriamente di perdere il loro posto di lavoro una settantina di famiglie, che sono in gran parte composte da kazaki e neozelandesi, britannici e canadesi, belgi e francesi, cechi e americani, tedeschi e italiani.

Martedì la Israel non correrà neanche la Tre Valli Varesine, ed è probabile che non corrano nemmeno la Coppa Bernocchi e la Coppa Agostoni. Poi c'è il grande finale al Lombardia: chissà se anche lì i proPal si faranno vedere, si faranno sentire e gli organizzatori di RcsSport faranno in modo, per evitare problemi, che anche in questo caso il team israeliano se ne stia alla larga. In tutto questo, la solerte Uci, l'organizzazione mondiale della bicicletta se ne sta in silenzio e si fa notare per immobilismo e ignavia.

Non c'è pace per il ciclismo, non c'è pace per lo sport. Non si prova nemmeno a trovare una via d'uscita, come il Cio fa in occasione delle Olimpiadi, tutelando gli atleti, che anche in questa circostanza potrebbero correre con una maglia neutra, sotto l'egida dell'Uci, vestendo maglie riservate agli Atleti Individuali Neutrali (AIN) usate per gli sportivi russi e bielorussi agli ultimi Giochi Olimpici di Parigi 2024.

Non c'è

pace per il ciclismo, non c'è pace per il calcio: alle porte c'è anche Italia-Israele, in programma a Udine il prossimo 14 ottobre. Anche in questo caso il clima è quello che è: non c'è pace per lo sport, in nome della pace.

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