Milano - Parisi prova ad accendere le sue lampadine. L'ex candidato sindaco torna a Milano e dà il via alla fase 2 del suo nuovo movimento, Energie per l'Italia. Dopo aver definito il perimetro di valori e programmi, il manager ha lanciato ieri, con un'assemblea convocata al teatro San Carlo, l'ambizioso radicamento del suo soggetto politico, attraverso le Lampadine appunto, ovvero i circoli che cercherà di far partire in tutta Italia, a partire da Milano, appunto, e da Roma, il 13 dicembre. L'orizzonte è quello delle scadenze elettorali, amministrative e politiche, ma nella battaglia per la guida della coalizione il manager compie un passo di lato, se non indietro. «Sono parte del centrodestra - ha chiarito con giornalisti - ma il problema non è la leadership, parlarne oggi ha poco senso».
Confermato l'obiettivo di fondo degli eventi «Megawatt» in giro per l'Italia nelle ultime settimane: «Rigenerare la politica». Ma per rigenerare il campo avverso al Pd di Matteo Renzi, nel mirino degli attacchi più duri e più applauditi, Parisi sceglie una strada lunga, lenta e faticosa. «Non un partito - dunque, ha avvertito - ma comunità politica aperta e senza gerarchie». Un lavoro dal basso. «Ci saremo - ha detto dunque parlando delle elezioni Politiche, che potrebbero anche avvicinarsi - con l'ambizione di accogliere tutti coloro che credono in un nuovo rapporto coi cittadini».
E questa della nuova forma politica è la scommessa più grandeper l'attuale consigliere comunale milanese, che nell'autocollocazione politica conferma i suoi riferimenti preferiti, «liberale e popolare» ma introduce anche un aggettivo nuovo, e lo usa a piene mani: «Radicali». «Siamo molto più radicali della Lega» sfida, fino ad accarezzare sentimenti anti-partitocratici. «L'adesione a un partito non c'è più - attacca - quella roba lì non c'è più» insiste.
«Se il 50% degli elettori non vota più, dobbiamo riflettere se quella forma è giusta e noi stiamo sperimentando. Quella roba lì non funziona più». «C'è molta resistenza al cambiamento. Io per questo - ha rivelato - non ho voluto fare il coordinatore di Forza Italia. Faccio un movimento nuovo che deve crescere con le sue gambe».
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