Interni

Ecco le bugie di sinistra sui privati nella sanità: in testa le Regioni rosse

Dem all'attacco: in Lombardia poco pubblico. Ma i numeri fotografano una realtà diversa

Ecco le bugie di sinistra sui privati nella sanità: in testa le Regioni rosse

Contrordine compagni: ecco la verità sui rapporti tra pubblico e privato nel sistema sanitario nazionale. Smascherata in poco meno di un minuto, con semplici cifre, la vulgata faziosa e non corrispondente al vero secondo cui in Lombardia, fiore all'occhiello della sistema sanitario nazionale, la sanità privata sia prevalente sul pubblico.

Sei Regioni d'Italia, infatti, hanno un rapporto di letti rispetto al numero degli abitanti più spostato verso il privato accreditato rispetto alla Lombardia. Di queste, tre - udite udite! - sono governate dal centrosinistra come il Lazio, la Campania e l'Emilia-Romagna. I numeri parlano chiaro: se la Lombardia ha indice 3 come rapporto tra il numero dei posti letto (letti ordinari, day surgery e day hospital) pubblici per mille abitanti (30mila letti totali) e 0,8 per quelli accreditati ai privati (7.975) secondo i dati dell'Annuario statistico del SSN ministero della Salute 2019, nell'Emilia Romagna guidata da Stefano Bonaccini, lo stesso indice 3 vale per i letti pubblici (13.361) rapportati alla popolazione (per mille abitanti), ma sale a 0,9 per quelli privati (4.021 in numeri assoluti). Così il Lazio governato fino a novembre da Nicola Zingaretti che ha un indice di 2,7 come rapporto tra letti pubblici (15.442) e abitanti e 0,9 per il privato (5.441 letti). Rapporto che sale a 1 (5.561 letti) nella Campania di Vincenzo De Luca e a 2,1 per il pubblico (11.916).

«La presenza della sanità privata è un'ossessione che hanno a sinistra» attacca il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, candidato dal centrodestra alle Regionali, ai microfoni di Mattino5. Ossessione non comprovata dai fatti, come dimostra «un'indagine da cui emerge come sei Regioni hanno più sanità privata della Lombardia». Ecco smontato con delle semplici cifre, il teorema del candidato di Pd e M5S alla presidenza della Lombardia Pierfrancesco Majorino che continua a sostenere, in maniera del tutto infondata, come «in questi anni nella Regione Lombardia si è pensato di fare accordi con la sanità privata indebolendo la sanità pubblica». Si spiega così la giravolta del candidato dem di qualche giorno fa che ha annunciato come per «potenziare la sanità pubblica» e «riorganizzare il servizio sociosanitario, sarò io a tenere la delega perché credo debba essere il presidente della Regione Lombardia la prima persona responsabilizzata su questo terreno». Forse pareva brutto indicare come possibile assessore alla Sanità, come sbandierato, invece, all'inizio della campagna elettorale, Fabrizio Pregliasco, virologo, docente di Igiene alla Università degli Studi di Milano, ma soprattutto direttore sanitario dell'Irccs Ospedale Galeazzi del Gruppo San Donato, che con 56 strutture oggi costituisce il primo gruppo ospedaliero privato italiano.

A cadere nello stesso errore ieri anche il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni: «Sulla sanità in Lombardia bisogna fare il contrario di quanto fatto fino ad ora. Si è investito sulla privatizzazione e si è mortificato il servizio pubblico. Ma Fontana e soci si sono accorti che ci sono decine di migliaia di famiglie lombarde che non possono nemmeno permettersi le cure di base?».

Ai predicatori di fake news il governatore Fontana risponde con i fatti, ricordando come al Grande Ospedale Metropolitano di Niguarda di Milano, Irccs pubblico, in soli 10 giorni siano stati eseguiti 14 trapianti d'organo, 9 di fegato e 5 di rene. «La Lombardia si conferma l'eccellenza della sanità italiana, complimenti a tutte le équipe».

Così, un'altra dimostrazione dell'eccellenza della sanità lombarda si trova in quei 180mila italiani che si rivolgono ogni anno agli ospedali lombardi.

Commenti