Legge elettorale, cosa resta dell'Italicum dopo la sentenza della Consulta

La Consulta ha deciso: per l'Italicum niente ballottaggio ma resta il premio di maggioranza, mentre cambia la possibilità di scegliere in quale collegio essere eletti nel caso di candidature plurime

Legge elettorale, cosa resta dell'Italicum dopo la sentenza della Consulta

La Consulta ha parlato, l’Italicum cambia faccia. Via il ballottaggio e la possibilità di scegliere in quale collegio essere eletti nel caso di candidature plurime. Restano, invece, il premio di maggioranza per il partito o la lista che prende almeno il 40%, e i capilista bloccati che, se eletti in più collegi, saranno scelti con un sorteggio.

In estrema sintesi si passa da una legge fortemente maggioritaria a un proporzionale con un premio di maggioranza molto difficile da ottenere. La Corte Costituzionale, poi, ha sancito che: "La legge è suscettibile di immediata applicazione" e cioè che si può votare subito. Il nuovo Italicum sarà un sistema elettorale proporzionale in cui il numero di seggi sarà ripartito in proporzione al numero di voti ricevuti e il calcolo sarà fatto su base nazionale usando la regola "dei più alti resti”.

Tolto il ballottaggio che, per l’ex premier Matteo Renzi, dava la garanzia agli elettori di conoscere chi sarebbe stato il vincitore già il mattino dopo il voto, resta il premio di maggioranza alla lista che ottiene il 40% dei voti. In soldoni, tale lista conquista 340 seggi su 617, pari al 55% dei seggi. Sono esclusi dal calcolo il seggio della Valle d'Aosta e i 12 deputati eletti all'estero. Anche le province di Trento e Bolzano sono escluse dal sistema proporzionale. Qui si voterà in 8 collegi uninominali, come già avveniva con il precedente sistema elettorale. Se al Trentino-Alto Adige saranno assegnati più di 8 seggi, questi verranno ripartiti con il proporzionale. Un’altra novità saranno le circoscrizioni che diminuiscono come dimensioni e si passa da 27 a 100 collegi (in media di circa 600mila abitanti ciascuno) in cui saranno presentate delle mini-liste aventi circa 6 candidati ognuna.

Restano i capilista bloccati, mentre gli altri candidati saranno eletti con le preferenze e, perciò, i partiti piccoli eleggeranno solo i primi della loro lista. Non viene toccata neppure la soglia di sbarramento del 3% ma, per le minoranze linguistiche, tale soglia è del 20% nella circoscrizione in cui si presenta.

Sono salve anche ‘le quote rosa’ e la doppia preferenza di genere ma la crescita di rappresentanza delle donne nel Parlamento dipenderà da come saranno scritte le liste e dalle preferenze che il gentil sesso otterrà.

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