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Ministro con e senza portafoglio: ecco qual è la differenza

Giorgia Meloni ha elencato la nuova squadra di governo: ecco le differenze tra ministro con e senza portafoglio

Ministro con e senza portafoglio: ecco qual è la differenza

Giorgia Meloni è stata incaricata dal Presidente Mattarella di formare il nuovo governo accettando l'incarico "senza riserva presentando l'elenco dei ministri" come ha dichiarato alla stampa Ugo Zampetti, il segretario generale del Quirinale. Dopo poco più di un'ora di colloquio, la nuova premier ha svelato l'elenco dei componenti del governo dividendoli tra quelli senza portafoglio e quelli con portafoglio: ma quali sono le differenze tra un ministro e l'altro?

Cosa significa ministro con portafoglio

Come abbiamo visto sul Giornale.it, l'elenco dei ministri con portafoglio comprende quindici nomi: in ordine alfabetico si tratta di Anna Maria Bernini (Università), Marina Elvira Calderone (Lavoro e Politiche sociali), Guido Crosetto (Difesa), Giancarlo Giorgetti (Economia), Francesco Lollobrigida (Politiche agricole), Carlo Nordio (Giustizia), Matteo Piantedosi (Interno), Matteo Salvini (Infrastrutture), Gennaro Sangiuliano (Cultura), Daniela Santanchè (Turismo), Orazio Schillaci (Salute), Antonio Tajani (Esteri), Adolfo Urso (Sviluppo economico), Giuseppe Valditara (Istruzione), Paolo Zangrillo (Ambiente e sovranità energetica).

In questi casi si parla di componenti del governo che possono decidere la spesa, bilancio, uffici e funzionari in autonomia, che hanno cioé un ministero vero e proprio. In pratica, sono i 15 ministeri più importanti che compongono l'amministrazione centrale dello Stato. L'etimologia della parola non è chiara: il Post ricorda che l’origine di "portafoglio" potrebbe derivare dalla cartella che nell'Ottocento i ministri del Re utilizzavano per i soldi ma anche per tutti i documenti e le varie pratiche necessarie per le loro funzioni.

Cosa significa ministro senza portafoglio

La Meloni, poi, ha indicato anche i dieci ministri del suo governo che non hanno il portafoglio: anche stavolta, in ordine alfabetico, si tratta di Andrea Abodi (Sport e Giovani), Roberto Calderoli (Affari regionali), Maria Elisabetta Alberti Casellati (Riforme), Luca Ciriani (Rapporti con il Parlamento), Raffaele Fitto (Affari europei, politiche coesione, Pnnr), Gilberto Pichetto Fratin (Pubblica amministrazione), Alessandra Locatelli (Disabilità), Nello Musumeci (Politiche del Mare e sud), Eugenia Maria Roccella (Famiglia, natalità, pari Opportunità).

Questi nove ministri sono detti "senza portafoglio" perché non preposti ad alcun dicastero ma che fanno comunque parte della squadra del governo e del Consiglio dei ministri. In questo caso, quindi, non c'è alcuna possibilità di spesa (se non tramite delega) ma operano nell'area di competenza del Presidente del Consiglio. Questa prassi va avanti ormai dall'Unità d'Italia e garantisce un'ulteriore coesione delle forze di maggioranza.

La legge numero 400 del 1988 spiega che le funzioni dei ministri senza portafoglio operano per delega del premier anche se, tecnicamente, hanno gli stessi poteri decisionali di quelli che hanno il portafoglio.

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