La macchina da propaganda è a pieni giri. Tutt'altro che gioiosa. I toni sono ostili, a tratti minacciosi.
Quel che è certo è che gli irriducibili del fronte pro Pal non si fermano neanche di fronte all'evidenza; l'evidenza di un'inchiesta che ha stroncato la "cellula italiana di Hamas, guidata dal "compagno" Mohammad Hannoun. Attaccano, rovesciano la frittata, accusano di "strumentalizzare" l'operazione, difendono a spada tratta l'architetto giordano e gli altri arrestati. "Complicità e solidarietà" esprimono addirittura i dirigenti di un'Anpi - i sedicenti partigiani della sezione "Aurelio Ferrara" di Napoli - condividendo un post farneticante del Centro culturale "Handala Ali", sedicente "Associazione no profit impegnata nella promozione della storia e della cultura palestinese" che (stra)parla dell'operazione di sabato come dell'"ennesimo sintomo di una politica repressiva volta a criminalizzare la lotta in solidarietà alla Palestina". Confondono il terrorismo e la liberazione. Ecco, questo è il risultato della narrazione tossica che per mesi - nelle piazze e anche in tv- ha definito Hamas come "resistenza palestinese".
"Solidarietà totale a Mohammad Hannoun e agli altri fratelli arrestati" arriva da Davide Piccardo. È scatenato, il leader dell'islam politico italiano, già coordinatore delle moschee di Milano ai tempi in cui - con grandi onori - venivano invitati e accolti in città i cosiddetti "sapienti" (in realtà maestri dell'odio anti-Israele). Pubblica post a ripetizione, parla di una "tesi investigativa grottesca", attacca la Digos, la magistratura, il governo italiano e chi più ne ha, più ne metta. "Molti politici, opinionisti e giornalisti che per convenienza qualche mese fa si indignavano pelosamente per Gaza o si nascondevano aspettando il momento buono - scrive - stanno ora risalendo dalle fogne per criminalizzare la resistenza del popolo palestinese". "Vi conosciamo bene", aggiunge torvo. Per Piccardo, i "fratelli arrestati" sono "colpevoli di aver nutrito per decenni gli orfani palestinesi". "Mentre si partecipa politicamente e diplomaticamente a un genocidio - sbotta - si criminalizza chi svolge lavoro umanitario". E la "Luce", il sito di Piccardo, ospita un intervento che "ricostruisce" a modo suo la vicenda: "Quando il diritto alla resistenza viene cancellato dalla storia e sostituito da un'etichetta penale - si legge - non è la sicurezza a essere difesa, ma un preciso ordine politico". La Comunità islamica di Genova, città di Hannoun, fa sapere di seguire "con preoccupazione" la "campagna mediatica e politica che tende a criminalizzare non solo chi porta aiuti a Gaza, ma anche tutto il movimento a sostegno della popolazione palestinese". E un nome importante dell'islam, Izzedin Elzir, "imam" di Firenze, già presidente Ucoii, professa la rituale "fiducia nella nostra magistratura" per l'inchiesta, ma anche il dispiacere "che una cosa del genere avvenga nei confronti di persone che lavorano per aiutare gli ultimi e i bisognosi". Vede una "bolla di sapone".
E il mondo islamico organizzato non ha certo l'esclusiva di questa linea. L'Unione democratica Arabo-palestinese "condanna con fermezza" l'operazione e parla di una "campagna di repressione e criminalizzazione", stessa identica formula che usano i "Giovani palestinesi": "La solidarietà con il popolo palestinese non è terrorismo!". La pagina Freedom Flotilla Italia avverte: "La solidarietà non si processa", mentre afferma che le misure cautelari contro Hannoun e gli altri attivisti "segnano una deriva gravissima". "Parte dell'accusa - si legge - si fonda su prove prodotte dall'esercito israeliano durante operazioni militari a Gaza. Il segretario di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo, dichiarandosi "totalmente distante" dalla sua ideologia, ricorda che Hamas "è un interlocutore politico nella ricerca di una soluzione di pace e che il diritto alla resistenza è sancito dall'Onu".
L'ex Fiom Giorgio Cremaschi twitta a ripetizione: "Hamas è una organizzazione terrorista solo per Israele e i suoi complici e non lo è per la maggioranza del mondo". "Totale solidarietà a Mohammad Hannoun". E "Potere al popolo" usa il maiuscolo: "Solidarietà completa" per quello che - secondo gli inquirenti - è il capo dell'organizzazione collegata ad Hamas.