Coronavirus

"Il ministro cambi linea...". Il "giorno x" e l'ultimatum

La Lega voterà contro la mozione di sfiducia presentata da Fratelli d’Italia, nonostante da tempo Salvini attacchi Speranza sulla gestione della pandemia e delle riaperture

Il ministro della Salute Roberto Speranza
Il ministro della Salute Roberto Speranza

Al Senato è stata trovata l'intesa per calendarizzare il 28 aprile la mozione di sfiducia presentata da Fratelli d'Italia nei confronti del ministro della Salute Roberto Speranza. L'intesa, a quanto si apprende, è arrivata dopo un incontro tra il ministro per i rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà e i capigruppo di maggioranza. Sul tavolo anche la calendarizzazione del decreto legge Zan, sull'omofobia, su cui invece restano distanti le posizioni, tra le forze dell'ex maggioranza giallorossa, da una parte, che chiedono di procedere, e la Lega e il centrodestra dall'altra, che hanno chiesto di discuterne a livello di capigruppo, ritenendo che non si possa raggiungere unanimità sul testo in commissione giustizia.

La Lega, in ogni caso, voterà contro la sfiducia a Speranza. “Il ministro della Salute – ha detto al quotidiano la Repubblica il capogruppo del Carroccio al Senato, Massimiliano Romeo – deve modificare la propria linea, ma non vogliamo mettere in difficoltà il governo”. L’orientamento degli esponenti del partito di Matteo Salvini è chiaro: non sarà sostenuta la mozione presentata da Fratelli d’Italia, nonostante da tempo il leader della Lega attacchi Speranza sulla gestione dell'emergenza pandemia e delle riaperture. No alla sfiducia, ma quello dei leghisti suona come un ultimatum. L’ultima decisione spetterà proprio al segretario, ma oramai i giochi sembrano essere fatti.

“Le nostre critiche al ministro restano in piedi – ha continuato Romeo – gli chiediamo di modificare la propria politica, tenendo conto che in maggioranza ci sono sensibilità diverse dalla sua. Speranza dovrebbe capire che c'è un nuovo governo, sostenuto da una nuova coalizione”. Ieri in Senato, comunque, sono state depositate tre mozioni di sfiducia al ministro della Salute. La convergenza tecnica ha consentito il raggiungimento delle 33 firme necessarie al deposito della mozione, così come previsto dal regolamento del Senato. La prima mozione a firma del capogruppo di Fratelli d'Italia, Luca Ciriani, la seconda del senatore Gianluigi Paragone, leader di Italexit, e la terza del senatore Mattia Crucioli, di Alternativa C'è.

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