Ecco la norma che facilita i rimpatri

Arriva l'emendamento contro il trucco delle richieste d'asilo per evitare l'espulsione

Ecco la norma che facilita i rimpatri
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Basta con la giurisprudenza creativa e con le sentenze ideologiche che sbarrano la strada del governo sulla lotta all'immigrazione clandestina. Arriva la norma che dovrebbe accelerare i rimpatri dal Cpr di Gjader in Albania e consentire la procedura di espulsione accelerata a chi fa domanda d'asilo (senza averne titolo) mentre è recluso in Albania. L'hotspot potrebbe aumentare anche la sua capienza, mentre il governo regala due motovedette a Tirana. I tre emendamenti chiave sono stati presentati in commissione Affari costituzionali alla Camera assieme ad altri 240 circa e sono firmati dalla relatrice del decreto Albania, la responsabile Immigrazione Fdi Sara Kelany (nella foto).

L'obiettivo è chiaro, come dice la stessa deputata meloniana: ribadire che dal 2015 la legge italiana dice che non si può presentare richiesta di protezione solo per evitare il rimpatrio. Eppure, «da quando il governo ha deciso di aprire il Cpr di Gjader anche ai migranti già destinatari in Italia di un provvedimento di espulsione sono giunte alcune sentenze, dal sapore ancora una volta ideologico, che fino ad oggi hanno avuto l'effetto di rimettere a piede libero ben 14 soggetti pericolosi trattenuti nel centro in Albania in attesa di rimpatrio», ha sottolineato la Kelany.

Dei quaranta clandestini da espellere, infatti, ne sono stati rimpatriati una quindicina: «È bastato che questi signori presentassero una domanda d'asilo perché si trasformassero in rifugiati da tutelare», ribadisce la responsabile Immigrazione Fdi, che ha anche evidenziato la contraddizione tra una richiesta palesemente strumentale e il rischio che rappresenta per il Paese il loro ritorno in Italia. La scelta del Viminale di mandare questi soggetti in Albania era stata declinata su due direttive: allontanare dal territorio migranti destinatari di un provvedimento di rimpatrio urgente perché considerati socialmente pericolosi, responsabili di sommosse negli altri Cpr o «con condanne penali per reati gravissimi: furti, rapine, tentati omicidi, violenze sessuali, pedopornografia», conclude la Kelany, secondo cui «evidentemente per imporre la propria ideologia politica qualcuno è disposto a passare sopra alla sicurezza degli italiani. Noi no».

Secondo i giudici invece il protocollo per i richiedenti protezione internazionale sarebbe inapplicabile in Albania, in attesa che la Corte europea di Giustizia si pronunci sulla procedura accelerata e sui «Paesi sicuri». Dopo l'emendamento, se il verdetto desse ragione all'Italia, l'esame della richiesta d'asilo di chi verrà portato al Cpr seguirà la stessa procedura accelerata (decisione in una settimana, inappellabile), così come sarà applicabile la procedura di rimpatrio immediato di chi arriva da un Paese come Bangladesh, Egitto o Tunisia senza averne titolo, ma non solo.

Ci sono altri due emendamenti approvati: si proroga al 31 dicembre 2026 la possibilità di costruire o ampliare i Cpr (come quello di Gjader) in deroga ad ogni disposizione di legge diversa da quella penale, fatta salva la normativa in materia di antimafia e i vincoli derivanti dall'appartenenza alla Ue. Il governo cederà anche gratis due motovedette classe 400 Cavallari (in disarmo e non più utilizzate) alla Guardia costiera albanese, con oneri sulla consegna a carico dell'Albania e con un potenziale risparmio di 270mila euro dei costi di custodia. Il testo arriverà a Montecitorio martedì.

Protesta il Pd, per cui «il modello per la gestione dei flussi

migratori si è rivelato un'idrovora di risorse pubbliche», mentre l'ex premier Matteo Renzi, a Milano per un evento alla Statale in ricordo del naufragio del 18 aprile 2015 parla di «indecorosa pagliacciata a fini propagandistici».

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