Egregio Direttore,
i presunti fatti da voi riportati nel «retroscena strano» sono profondamente distanti dalla realtà.
Il «Villaggio degli Aranci» di Mineo venne individuato nel febbraio 2011 dagli allora presidente del Consiglio e ministro dell'Interno (Berlusconi e Maroni) come complesso idoneo a ospitare i migranti in una situazione di emergenza. All'epoca Commissario delegato del governo era il prefetto di Palermo che requisì la struttura all'inizio di marzo 2011.
Io subentrai al prefetto di Palermo in qualità di Commissario delegato il 13 aprile di quell'anno (a seguito dell'intesa, siglata il 6 aprile, tra governo, Regioni, Anci e Upi, che affidava al Sistema di protezione civile nazionale il compito di realizzare un'equa accoglienza dei migranti nelle regioni), trovando, quindi, la struttura già attiva e affidata alla Croce Rossa Italiana. Per ogni Regione, poi, come indicato nelle Ordinanze del Presidente del Consiglio, nominai uno o più Soggetti Attuatori, indicati dai Presidenti regionali, responsabili delle attività di gestione dell'emergenza sui territori, compresa l'individuazione delle strutture. Le stesse Ordinanze previdero dei Soggetti Attuatori ad hoc per le strutture maggiori; per il Cara di Mineo, venne nominato quale Soggetto Attuatore l'allora Presidente della Provincia di Catania che indicò in Luca Odevaine (rappresentante dell'Upi) il coordinatore per la predisposizione e per l'espletamento del bando di gara (gara da me voluta perché i costi erano decisamente elevati). A tale proposito è curioso che ci si dimentichi sempre di sottolineare come la Corte dei Conti esitò positivamente il contratto con il vincitore della gara, così come l'Autorità Nazionale Anticorruzione, nel parere n. 100 del 27 giugno 2012, ritenne «nei limiti di cui in motivazione, che la disciplina di gara predisposta dal Soggetto Attuatore per la Gestione del Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo di Mineo sia conforme alla normativa di settore».
Detto questo non riesco a capire dove si insinui la beffa; riscontro, purtroppo, una rappresentazione distorta e fortemente lesiva della onorabilità delle persone e delle Istituzioni.
di Franco Gabrielli, prefetto di Roma
Ringrazi amo il prefetto Gabrielli per la precisazione del suo ruolo in relazione alle vicende del Cara di Mineo.
Nessuna distorsione dei fatti, ci siamo limitati a pubblicare un'intercettazione ambientale contenuta nell'ordinanza di custodia cautelare (pagina 212) in cui Luca Odevaine cita il prefetto Gabrielli all'epoca capo della Protezione civile, e ad annotare la coincidenza che sia lo stesso Gabrielli, ora prefetto di Roma, a doversi pronunciare sullo scioglimento del Campidoglio. Lungi da noi alcun intento lesivo delle persone e delle istituzioni. Mariateresa Conti
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