Ecco il prontuario delle toghe rosse per boicottare i Cpr

Un giudice di Md: "Stop ai procedimenti se avete dubbi di costituzionalità"

Ecco il prontuario delle toghe rosse per boicottare i Cpr
00:00 00:00

Toghe contro toghe. Sui Cpr non è solo lo Stato a spaccarsi: è la magistratura stessa a finire in frantumi. L'ultima frontiera del caos è lo scontro interno dei giudici, dove i magistrati "progressisti" di Magistratura Democratica si scagliano contro la Corte costituzionale, colpevole, a quanto pare, di non essere stata abbastanza militante.

A dar fuoco alle polveri è un giudice del Tribunale di Torino, Andrea Natale, che su Questione Giustizia, giornale di Md, spiega come i giudici ordinari possono "superare" la sentenza della Consulta. In pratica a leggerlo sembrerebbe un vero e proprio manuale di disobbedienza istituzionale, mascherato da riflessione tecnica. Tutto parte dalla sentenza 96/2025, in cui la Corte ha contestato i modi di trattenimento nei Cpr, ma non ha dichiarato illegittime le strutture. Anzi, come scrive Natale, "la decisione della Consulta non ha ad oggetto la legittimità in sé della detenzione amministrativa degli stranieri irregolarmente presenti sul territorio nazionale". Tradotto: i Cpr non sono stati bocciati. Da qui sembrerebbe nascere l'insoddisfazione delle toghe rosse, che accusano la Consulta di "aver privilegiato una strategia conservativa" e di voler "preservare gli equilibri istituzionali".

"La scelta della Consulta di accertare l'esistenza di un vulnus costituzionale senza rimuoverlo" - si legge ancora - sarebbe il punto critico: per Md non basta individuare un problema, bisogna anche intervenire al posto del legislatore, scavalcando il Parlamento e riscrivendo le regole. E allora, che fare? La risposta è semplice: istruire i giudici ordinari su come aggirare il verdetto costituzionale. Il trucco è tutto in questa frase: "I giudici comuni, chiamati a convalidare un provvedimento di trattenimento, potranno sospendere il giudizio e sollevare questioni di legittimità costituzionale". Una strategia chiarissima: fermi tutti i procedimenti, tribunali pieni di eccezioni costituzionali, si blocchino le convalide e si usi l'attesa per tenere sotto scacco le istituzioni. E se nel frattempo i migranti restano rinchiusi? Pazienza. Il manuale lo dice con sorprendente freddezza: "Un simile scenario determinerà evidentemente la sospensione dei giudizi, con le inevitabili conseguenze che si determineranno sulla condizione della persona del cui trattenimento si discute". Altro che accoglienza: qui la vita dei migranti verrebbe sacrificata in nome della battaglia ideologica. Perché, scrivono ancora, questa manovra collettiva potrà avere "un importante effetto istituzionale", obbligando la Consulta a "riaffermare la legalità costituzionale, prendendo atto della rinuncia del legislatore ad esercitare le proprie responsabilità". In altre parole: usare i migranti come strumenti per denunciare un presunto autoritarismo del Parlamento. La retorica dell'"umanità della sinistra" sembrerebbe svelata: pura propaganda.

Quando si tratta di colpire il Governo, le toghe rosse sarebbero disposte a tutto: anche a lasciare i migranti in cella più a lungo. Il diritto? Uno strumento. La giurisprudenza? Una bandiera da piegare a una sola direzione.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica