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Eco-cretini in azione: imbrattato di vernice il "Dito" di Cattelan

Di nuovo all'opera gli ambientalisti estremi di "Ultima generazione". Tre persone fermate

Eco-cretini in azione: imbrattato di vernice il "Dito" di Cattelan

Generazione di fenomeni...Si fa per dire: «Ho 39 anni, un figlio e un buon lavoro in una solida azienda, il mio posto usuale è a una scrivania bianca pulita. Eppure oggi è molto più normale essere qui, con la vernice, insieme a questi ragazzi che dimostrano un grande senso di realtà...». Punti di vista. Sandro, così si chiama l'attivista di Ultima Generazione che ieri mattina, insieme ad altri due «fenomeni», ha imbrattato il basamento dell'opera «Love», il dito medio di Maurizio Cattelan, con vernice arancione lavabile in piazza Affari a Milano, non ha dubbi, beato lui: andava fatto. E' la nuova forma di protesta, la nuova forma di lotta. Per chiedere azioni più incisive contro l'inquinamento, per fermare i «sussidi al fossile» ora si imbrattano opere e monumenti che sono patrimonio comune, si bloccano strade e tangenziali dove c'è gente che lavora (sul serio), si portano a termine atti di vandalismo che tale è e tale resta. E infatti gli attivisti sono stati denunciati. L'ipotesi giudiziaria è di «imbrattamento di beni culturali in concorso». I tre, un ragazzo e una ragazza entrambi 23enni, con precedenti analoghi, e Sandro il 39enne incensurato di cui sopra, dopo il blitz sono stati portati in Questura per l'identificazione e poi rimessi in libertà. Secondo le indagini della Digos i due più giovani avrebbero già partecipato al recente imbrattamento al Teatro alla Scala, in occasione della Prima e verifiche sono in corso per capire se abbiano anche preso parte all'azione su un'opera di Andy Warhol alla Fabbrica del Vapore e ad un blocco temporaneo del traffico lo scorso 12 gennaio.

Quella di ieri mattina è l'ultima delle azioni che il gruppo sta facendo per attirare l'attenzione sul disastro climatico, azioni che loro definiscono di «disobbedienza civile nonviolenta» ma che in realtà violente lo sono eccome. Azioni che comunque alzano i toni di dibattito già teso di per sè.

«Non sono ambientalisti, sono vandali che meritano di andare in galera- commenta il ministro e segretario federale della Lega, Matteo Salvini- Hanno rotto le scatole, cosa c'entra la difesa dell'ambiente con il fermare il traffico in tangenziale e con l'imbrattamento delle opere d'arte? Primo paghi di tasca tua i danni, e poi stai qualche giorno al fresco a pensare a quello che hai fatto...». Galera, multe salate, comunque misure severe le chiede anche Alfredo Antoniozzi, vice capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera: «Non sono uno che invoca manette facili - chiarisce - ma siamo vittime di gesti che offendono la nostra Nazione. Purtroppo scrittori di sinistra come Erri De Luca hanno praticamente legittimato azioni criminali che offendono l'identità nazionale». Vandalismi che rischiano di ritorcersi anche contro chi per l'ambiente si batte con altre «armi» che in ogni caso il governo ha intenzione di «spuntare». «Abbiamo un tavolo aperto con il ministro Nordio per una riflessione sulla necessità di interventi normativi che, sia con strumenti penali che di sicurezza, possano tenere conto di queste situazioni che ultimamente si sono affacciate nella nostra realtà- annuncia il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi a Zona Bianca su Mediaset- Sarà quello il luogo dove faremo le giuste considerazioni». Resta la tristezza che fa tornare alla mente un ricordo impietoso. Dal Senato, alla Scala, al Dito di Cattelan una lunga serie di «imprese» di una Generazione che più che i fenomeni cantati dagli Stadio in onore dei pallavolisti azzurri che negli anni '90 con Julio Velasco conquistarono il mondo, riguarda solo un misero manipolo di vandali.

Ma ognuno ha la Generazione che si merita.

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