Emilio Fede, caduta e paura "Sto bene ma ho rischiato"

Il giornalista ricoverato al S. Raffaele dopo un incidente domestico. Il rischio di emorragia cerebrale

Emilio Fede, caduta e paura "Sto bene ma ho rischiato"

Ha visto la morte in faccia, ma l'istinto di fare polemiche non gli è passata. Appena Emilio Fede è stato di nuovo in grado di parlare, alla figlia Sveva ha detto: «Ho voglia di andare a farmi gli spaghetti con le vongole a Napoli dalla mamma». Ed è difficile non vederci una citazione - magari inconsapevole - della spaghettata dell'anno scorso sul lungomare partemopeo, che gli costò l'arresto per essere uscito dai domiciliari. Fede è fatto così.

L'ex direttore del Tg4, che compirà novant'anni il prossimo giugno, è scivolato in modo disastroso cinque giorni fa vicino alla casa di Segrate dove è tornato a vivere da qualche mese, dopo essersi ammalato di Covid a Napoli nel dicembre scorso, compreso un breve soggiorno all'ospedale Cardarelli e il trasferimento al San Raffaele. Impatto con il virus tutto sommato morbido, tenuto conto dell'età non più verdissima del giornalista. In qualche modo Fede si era ripreso e qualche settimana fa era tornata a casa.

E lì, il capitombolo. Non poteva andare peggio. Dall'abitazione di Fede al San Raffaele ci sono poche decine di metri, quando l'ambulanza arriva al Pronto soccorso i medici si rendono conto in fretta della gravità della situazione. Fede ha battuto la testa, non è cosciente, il timore è di una emorragia cerebrale che potrebbe avere esiti letali. E per lunghe ore i sanitari temono di non riuscire a riafferrare il paziente.

Invece Emilio Fede si riprende. Ieri, quando la notizia della sua disavventura diventa pubblica, il fighter di Barcellona Pozzo di Gotto è già in una stanza di degenza lontana dalla terapia intensiva, cosciente, con il cellulare acceso. E risponde a una chiamata dopo l'altra delle agenzie di stampa: «Considerando che sono tutto piegato, la testa, le braccia, tutto sommato sto bene», dice a una. «Poteva essere una cosa grave - risponde a un 'altra - ho riportato delle ferite e devo fare tutto con molta prudenza. Vediamo come ce la caviamo, devo rimanere qui ancora un pò per ordine dei medici». A volte colloca l'incidente in casa, a volte in giardino o per strada. Ma più tardi, quando anche il Giornale riesce a parlargli, Fede dà una nuova versione dei fatti: «Mi ha investito un'automobile qui davanti al San Raffaele, adesso sto molto male, proprio come uno investito da un auto». La voce è estremanente affaticata, l'eloquio confuso.

«É stata una esperienza drammatica», dice Fede. E stando al poco che trapela dal riserbo dei sanitari lo è stata davvero. Una botta che non ci voleva, per un uomo che era già profondamente segnato dalle vicissitudini giudiziarie e dalla brusca conclusione della sua decennale carriera in Fininvest e poi in Mediaset. Appena pochi giorni fa, il 30 marzo, la Cassazione aveva reso definitiva la condanna di Fede per tentata estorsione ai danni di Mauro Crippa, responsabile delle news del Biscione, che considerava il principale responsabile del suo licenziamento.

Come spesso accade, ai guai personali si sono accodati gli acciacchi fisici e ad essi le fatiche mentali. L'uomo che dopo la caduta viene ricoverato al San Raffaele è un vecchio segnato da una serie di patologie che il trauma ha solo reso più evidenti.

Ma la figlia Sveva non perde la fiducia nelle risorse del padre: «Ora sta recuperando dal punto di vista fisico e neurologico. Mio padre è un combattente e le sue battaglie le ha sempre vinte. Vincerà anche questa. Stiamo finalmente vedendo la luce»

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