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Era paralizzato, ora cammina con gli elettrodi nelle vertebre

Michel Roccati era infermo da 4 anni, a causa di un incidente in moto. Adesso passeggia, fa le scale e nuota

Era paralizzato, ora cammina con gli elettrodi nelle vertebre

In appena un giorno ha ripreso a camminare, ora sale e scende le scale, nuota e punta, in primavera, a percorrere almeno un chilometro. È la storia che lascia stupefatti di Michel Roccati, tornato a camminare, grazie a un dispositivo, realizzato da un gruppo di ricerca internazionale, coordinato dal Politecnico di Losanna (Epfl) e al quale hanno partecipato anche esperti italiani. Paralizzato 4 anni fa, dopo un incidente in moto, Roccati si è affidato alla scienza, entrando nella sperimentazione e sottoponendosi in agosto a un intervento chirurgico: sono stati impiantati degli elettrodi nella colonna vertebrale e un dispositivo nell'addome, che raccoglie i dati in arrivo da un tablet.

Finita la convalescenza post-operatoria Michel è andato nei laboratori Epfl, «dopo appena un giorno di addestramento ho mosso i primi passi e poco dopo camminavo», spiega emozionato. Ora ha recuperato il 50% del tono muscolare ed è in grado di alzarsi, camminare, salire e scendere le scale e anche nuotare. Insieme a lui fanno parte della sperimentazione, pubblicata ieri su «Nature Medicine», anche altre 2 persone. Con il tablet si possono selezionare il tipo di movimento prescelto, poi c'è più una sorta di bypass inserito nell'addome, che raccoglie le informazioni e una serie di elettrodi morbidi, impiantati direttamente all'interno della colonna vertebrale, nel midollo spinale. Infatti il nuovo dispositivo prende di mira le radici nervose dorsali, un fascio di fibre nervose, che forniscono informazioni sensoriali alla colonna vertebrale; questo input sensoriale attiva altri nervi, responsabili del movimento del tronco e degli arti.

La contrazione muscolare si ha tramite i segnali inviati dagli elettrodi, dopo aver scelto i movimenti con il tablet. C'è un programma per ogni funzione e «a quel punto parte lo stimolo e io col cervello faccio lo stesso - prosegue Roccati - Unendo il segnale prodotto dal mio cervello con quello del dispositivo tutto funziona meglio. Ogni giorno miglioro io e il sistema, su cui posso fare delle modifiche». L'obiettivo per la primavera è camminare più a lungo e arrivare al chilometro. «In un solo giorno, programmi di stimolazione specifici per attività hanno consentito a 3 individui di stare in piedi, camminare, andare in bicicletta, nuotare e controllare i movimenti del tronco», si legge nello studio, coordinato da Grégoire Courtine dell'Epfl e Jocelyne Bloch, neurochirurgo del Centro ospedaliero CHUV di Losanna. «Questo successo è il risultato di lunghi studi portati avanti negli anni, che avevano l'obiettivo di capire come ricreare gli impulsi elettrici necessari per il controllo del tronco e delle gambe spiega Silvestro Micera, uno degli autori dello studio, che lavora fra Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa ed Epfl- puntiamo alla completa miniaturizzazione del dispositivo e poi si lavorerà per riuscire a usare i segnali elettrici in arrivo direttamente dal cervello».

Intanto da Israele giunge la notizia dei primi impianti 3D di midollo spinale umano per trattare le paralisi: sperimentati sui topi, hanno ripristinato la trasmissione dei segnali nervosi consentendo di riacquisire la capacità di camminare nel 100% dei roditori con paralisi acuta e nell'80% degli animali con paralisi cronica (equivalente a un anno per un essere umano). I risultati, pubblicati su «Advanced Science», potrebbero aprire la strada alla sperimentazione clinica di impianti personalizzati, fatti con le stesse cellule dei pazienti e dunque senza rischio di rigetto. Le cellule sono state geneticamente riprogrammate a uno stadio simile a quello delle staminali embrionali e dalla matrice extracellulare si è ottenuto un idrogel personalizzato, nel quale sono state incapsulate le cellule.

Il tutto poi è stato trasformato in impianti 3D di reti neurali, contenenti i neuroni motori.

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