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Era un ufficiale ucraino il "sabotatore" di Nord Stream

Ci sarebbe un ufficiale militare ucraino dietro al sabotaggio del gasdotto Nord Stream il 24 settembre 2022

Era un ufficiale ucraino il "sabotatore" di Nord Stream
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Ci sarebbe un ufficiale militare ucraino dietro al sabotaggio del gasdotto Nord Stream il 24 settembre 2022, quando un'esplosione danneggiò i condotti che trasportano gas dalla Russia alla Germania attraverso il Baltico. Secondo il Washington Post Roman Chervinsky, un colonnello delle forze per le operazioni speciali di Kiev, ebbe un ruolo decisivo nell'attacco alla struttura. Il colonnello pluridecorato di 48 anni avrebbe gestito la logistica e il supporto a un team di sei persone che, a bordo di una barca a vela presa a noleggio e utilizzando attrezzature per sub, piazzò l'esplosivo sotto al gasdotto. L'attacco ha causato enormi perdite nei gasdotti Nord Stream 1 e 2, che corrono dalla Russia alla Germania sotto il Mar Baltico, lasciando intatto solo uno dei quattro collegamenti della rete. Naturalmente secondo quanto rivelato dal quotidiano americano, Chervinsky non agì di sua iniziativa ma prese ordini da funzionari ucraini sotto la guida diretta del generale Valery Zaluzhny, il comandante in capo delle forze armate di Kiev.

Nel frattempo la guerra «dimenticata» va avanti senza scossoni. Moscaha aumentato gli attacchi aerei nel Sud dell'Ucraina, utilizzando anche bombe aree guidate. Nella giornata di sabato si sono registrati 30 attacchi aerei russi, 712 bombardamenti di artiglieria e 48 combattimenti tra le truppe ucraine e russe nell'area. Esplosioni ieri mattina a Kherson. La risposta ucraina non si è fatta attendere: il quartier generale russo a Melitopol è stato colpito nella notte tra sabato e ieri e alcuni ufficiali sarebbero morti secondo l'intelligence militare ucraina (Diu), citata da Ukrainska Pravda L'azione sarebbe stata condotta dal movimento locale di resistenza durante una riunione di ufficiali dei servizi d'intelligence russi dell'Fsb e della Guardia Nazionale (Rosgvardia).

Prosegue anche la gierra della propaganda.

Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, ha ieri detto che «l'Ucraina non è un Paese, ma territori assemblati artificialmente. Zelensky, che non si presenterà alle elezioni, non è il presidente, ma un usurpatore» e «l'ucraino non è una lingua, ma un dialetto».

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