Politica estera

Erdogan sfiducia Netanyahu: "Con lui non parlo più"

Il "Sultano" vuole portare lo Stato ebraico davanti alla Corte penale internazionale. E ritira l'ambasciatore a Tel Aviv

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«La Turchia farà di tutto per portare Israele davanti alla Corte penale internazionale per le violazioni dei diritti umani e i crimini di guerra». È l'ultima provocazione che da Ankara il presidente Recep Tayyip Erdogan ha lanciato contro il governo dello Stato ebraico. Il leader turco ha anche annunciato la rottura delle relazioni con Benjamin Netanyahu e il richiamo del suo ambasciatore a Tel Aviv. «Netanyahu non è più qualcuno con cui possiamo parlare. Abbiamo rinunciato», ha precisato.

Le osservazioni di Erdogan sono arrivate una settimana dopo che Israele aveva affermato che stava «rivalutando» le sue relazioni con Ankara a causa della retorica sempre più accesa della Turchia sulla guerra contro Hamas, che «il sultano» non ritiene essere un'organizzazione terroristica. La decisione di richiamare l'ambasciatore «è un altro passo del presidente Erdogan per schierarsi con Hamas», ha replicato il ministero degli Esteri israeliano, ricordando che «i terroristi hanno massacrato oltre 1400 persone e ne hanno rapite 240».

Il leader turco però ha subito chiarito che non cesseranno tutte le relazioni diplomatiche. «Tagliare completamente i legami non è possibile», ha precisato. Ha spiegato infatti che il capo dell'agenzia di intelligence, Ibrahim Kalin, sta guidando gli sforzi per cercare di porre fine alla guerra. Erdogan ha aggiunto, tuttavia, di ritenere che Netanyahu sia il principale responsabile delle violenze e che abbia «perso il sostegno dei suoi stessi cittadini» e voglia conquistare consensi per i «massacri» a Gaza «usando una retorica religiosa». «Deve fare un passo indietro», ha tuonato poi il presidente.

Il capo dello Stato turco, infine, non ha risparmiato critiche in particolare a Bruxelles. «L'Unione europea non ha proposto un approccio equilibrato», ha spiegato Erdogan.

Prima del 7 ottobre, Erdogan e Netanyahu si erano incontrati a margine dell'Assemblea generale dell'Onu a settembre scorso, concordando uno scambio di visite, e il premier israeliano era atteso ad Ankara a inizio novembre. Ma la situazione si è evoluta in maniera differente. Lo Stato ebraico infatti aveva già annunciato il 28 ottobre di ritirare tutti i suoi diplomatici dalla Turchia. Ora inoltre Erdogan ha fatto sapere che il suo omologo iraniano Ebrahim Raisi gli farà visita alla fine di novembre per tenere colloqui su Gaza. Il leader della Repubblica islamica parteciperà pure al vertice dell'Organizzazione per la Cooperazione Islamica (Oic) a Riad alla fine di questo mese.

Secondo il leader turco l'Oic spingerà per un cessate il fuoco e ne discuterà i parametri proprio durante il vertice in Arabia Saudita.

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