Estremisti ed elettorato islamico dietro la svolta pro Pal di Macron

Il pensatoio israeliano: "Il riconoscimento della Palestina è un passo pericoloso per l'Europa". Spagna, Irlanda e Norvegia come l'Eliseo

Estremisti ed elettorato islamico dietro la svolta pro Pal di Macron
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È lecito domandarsi, oltre alle dichiarazioni di facciata, quali siano le reali cause che hanno spinto Emmanuel Macron (e prima di lui Pedro Sánchez) a riconoscere lo Stato di Palestina.

Ufficialmente per "soddisfare le legittime aspirazioni del popolo palestinese" (come ha scritto il presidente francese nella lettera inviata a Mahmoud Abbas dell'Autorità nazionale palestinese) e per dare un segnale politico sulla situazione umanitaria a Gaza, nei fatti ci sono altre motivazioni che riguardano il contesto politico interno. Si tratta nello specifico di due fenomeni strettamente legati tra loro: la crescente influenza delle comunità musulmane in Europa, le pressioni dei mondi della sinistra radicale e la saldatura tra queste realtà con la causa palestinese. A metterlo nero su bianco è un paper del think tank Idsf intitolato "Il riconoscimento unilaterale dello Stato palestinese: un passo falso pericoloso per l'Europa" da cui emergono "le preoccupanti motivazioni interne alla base di queste richieste di riconoscimento, dall'appagamento di elettorati radicalizzati alla rinascita dell'influenza islamista anti-occidentale in Europa".

Nel paper c'è un paragrafo specifico sulle "Pressioni interne: placare gli elettori radicalizzati" in cui, riferendosi alla Francia, si legge: "Perché, allora, alcuni politici europei sono così desiderosi di perseguire questa strada rischiosa? La risposta risiede in gran parte nella politica interna, in particolare nella percezione della necessità di placare gli elettori musulmani e di estrema sinistra irrequieti all'interno del proprio Paese. In tutta Europa, la guerra tra Israele e Hamas ha scatenato tumultuose manifestazioni di piazza, molte delle quali dominate da agitatori islamisti radicali e di estrema sinistra". Si tratta di una posizione evidenziata anche da un rapporto del Jerusalem Center for Security and Foreign Affairs che sottolinea come Francia, Spagna, Irlanda, Norvegia e altri paesi in prima linea nel riconoscimento della Palestina "non lo stanno facendo nell'ambito di un processo politico razionale, ma a causa delle pressioni politiche interne".

Per comprendere la decisione di Macron basti pensare che circa 6,8 milioni di francesi sono musulmani, circa il 10% della popolazione, con una questione elettorale ma anche di ordine pubblico poiché sono già avvenute violente proteste proprio per la causa palestinese. A ciò va aggiunto il ruolo svolto dai partiti della sinistra radicale, in particolare "La France Insoumise" di Jean-Luc Mélenchon finita al centro di uno scandalo dopo una serie di inchieste giornalistiche tra cui una della rivista "Frontièrs" che ha portato alla richiesta di una commissione parlamentare per indagare "sui legami esistenti tra rappresentanti di movimenti politici e organizzazioni e reti che sostengono azioni terroristiche o propagano l'ideologia islamista".

D'altro canto solo pochi mesi fa è stato reso noto un rapporto del governo francese intitolato "Fratelli Musulmani e islamismo politico in Francia" da cui è emerso il piano dei Fratelli Musulmani di "far inginocchiare l'intera società francese alla legge della sharia". Alla luce di queste evidenze il riconoscimento dello stato di Palestina appare come l'ennesimo cedimento culturale dell'Europa all'Islam.

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