Guerra in Israele

Europa senza scudo. "Missili a corto raggio e poche difese aeree. Le città? Vulnerabili"

In caso di attacco l'Ue non avrebbe un sistema come l'"Iron Dome" israeliano. In Italia 6 "Samp-T" per coprire tutto il territorio. E due non sono utilizzabili

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«Se l'Italia, o un altro paese europeo, subisse un attacco come quello lanciato sabato notte contro Israele sarebbero cavoli nostri. Non avremmo nulla con cui difenderci». Il generale Leonardo Tricarico, già Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, non usa giri di parole. «Il problema è stato discusso più volte in Parlamento, ma alla fine non s'è mai fatto niente. Il risultato è che dobbiamo accontentarci di una quantità assolutamente ridicola di batterie Samp-T e di missili Aster. E questo, nonostante si tratti d'un sistema d'arma eccellente, ci metterebbe nella spiacevole condizione di decidere quali città o quali basi salvare».

Le parole di Tricarico fanno capire come l'Italia sia assolutamente scoperta di fronte ad un evento simile a quello subito da Israele. Ma le cose non vanno meglio in Europa. Da Berlino a Parigi, dalla Grecia fino alla Norvegia non esiste uno straccio di copertura paragonabile a quella messa in campo dallo Stato Ebraico. E anche gli ottimi «Samp-T» - co-prodotti da Roma e Parigi - sono assolutamente insufficienti a coprire il territorio nazionale. «A differenza dei missili Arrow israeliani utilizzati per intercettare i missili balistici a mille chilometri dai propri confini i Samp-T restano un sistema a corto e medio raggio - spiega a Il Giornale una fonte della Difesa - funzionano in maniera egregia fino ad 80-100 chilometri, ma entrerebbero in funzione solo quando le testate nemiche sono già in prossimità delle nostre frontiere e delle nostre città. E questo renderebbe aleatoria la difesa dai missili balistici che alla fine della parabola viaggiano a 8/9mila chilometri all'ora». Un altro problema non indifferente è l'esiguità dei Samp-T a disposizione delle nostre Forze Armate. Le sei batterie acquisite dal consorzio Eurosam (composto da MBDA Italia, MBDA Francia e Thales) coprirebbero a stento, vista la ridotta portata, il territorio nazionale. Come se non bastasse due di quelle sei batterie non sono disponibili. Una di queste, con 4 lanciatori, è dal febbraio 2021 in Kuwait dove protegge le basi dei nostri soldati impegnati nella lotta all'Isis sul fronte iracheno. Un'altra batteria è in manutenzione dopo un prolungato impiego in Slovacchia, un paese Nato rimasto indifeso dopo il trasferimento in Ucraina dei missilistici antiaerei S-300 e dei caccia MiG-29AS di sua proprietà.

Per far fronte a questa carenza strutturale l'Italia dovrebbe tenere in prossimità delle proprie coste le otto fregate Fremm e i due incrociatori della Marina su cui sono operativi i missili Aster 30 e la versione navale del Samp-T. Mentre per garantirsi un difesa avanzata - simile a quella dispiegata sabato da Israele, Stati Uniti, Inghilterra e Francia - dovrebbe far alzare in volo i circa 25 F35 già operativi nelle basi di Aeronautica e Marina. E un altro apporto, potrebbe venir garantito dai caccia Eurofighter. L'insieme di queste risorse missilistiche non garantirebbe comunque un scudo sufficiente. Ma se Roma piange il resto d'Europa ha poco da sorridere.

La Francia dispone di sette batterie Samp-T , la Germania dovrà attendere qualche anno per acquisire gli Arrow israeliani mentre chi ha scelto i Patriot americani fa i conti con l'esaurimento delle forniture e i ritardi nelle consegne causati dal loro intenso utilizzo sul fronte ucraino.

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