Eutanasia, si ricompatta il fronte giallorosso. Le critiche dei radicali

Sembra un copione già visto. Lunedì prossimo arriva a Montecitorio il disegno di legge sul fine vita.

Sembra un copione già visto. Lunedì prossimo arriva a Montecitorio il disegno di legge sul fine vita. E ci arriva dopo il placet delle Commissioni Giustizia e Affari sociali. Un approdo in aula sofferto come fu per il ddl Zan. E come quello frutto di una consistente revisione che però non ne muta l'impianto, secondo gli esponenti del centrodestra che hanno compatti votato no. Il testo è dunque passato con la cosiddetta maggioranza giallorossa, inclusa Italia viva.

Rispetto alla versione originaria del disegno di legge, il testo è mutato. Tra le novità più rilevanti c'è l'introduzione dell'obiezione di coscienza per medici e personale sanitario, così come anche più stringenti sono le specifiche delle condizioni per poter accedere al suicidio assistito. È inoltre confermata una sorta di «sanatoria» per i condannati (anche con sentenza definitiva) per aver agevolato malati terminali a morire. Ma soprattutto è riconosciuta l'esclusione della punibilità per i medici e il personale sanitario. Le disposizioni contenute negli articoli 580 (Istigazione o aiuto al suicidio) e 593 (omissione di soccorso) del codice penale non si applicano più quindi al medico e al personale sanitario e amministrativo che abbiano dato corso alla procedura di morte volontaria medicalmente assistita. Il ddl che lunedì arriva a Montecitorio poi stabilisce che può fare richiesta di morte volontaria medicalmente assistita la persona che, al momento della richiesta, abbia raggiunto la maggiore età, sia capace di intendere di volere e di «prendere decisioni libere, attuali e consapevoli, adeguatamente informata, e che sia stata previamente coinvolta in un percorso di cure palliative al fine di alleviare il suo stato di sofferenza e le abbia esplicitamente rifiutate».

Soddisfazione è stata espressa dai rappresentanti di Pd, LeU, Italia vive, Movimento 5Stelle e + Europa che hanno votato a favore. Anche se si registra la presa di distanza proprio del presidente di +Europa. «Dopo anni di paralisi le Commissioni votano in fretta un ddl gravemente insufficiente» spiega Riccardo Magi. E critiche arrivano anche dalla Associazione Luca Coscioni che ha da tempo raccolto le firme per il referendum sull'eutanasia.

«Se approvato - commenta Filomena Gallo -, questo testo sarebbe un frettoloso passo indietro rispetto alla stessa sentenza della Corte costituzionale perché introducono l'obiezione di coscienza ed escludono la sofferenza di natura solo psichica».

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