L'unico matrimonio su cui non discutono è quello di governo e l'unico divorzio che non accettano è quello che li allontanerebbe da Palazzo Chigi. Per il resto, la Lega sta con la famiglia tradizionale mentre al M5s va bene allargata e uno (il M5s) è per la pillola abortiva mentre l'altro (la Lega) è contro la «cultura neomalthusiana che frena le nascite». E ancora, la Lega è a favore della castrazione chimica ma il M5s «non è disponibile».
Sposati dal notaio, Matteo Salvini e Luigi di Maio hanno unito i loro voti, ma hanno tenuto fuori dall'accordo i problemi di coscienza. Insieme al rosario che teneva stretto nei comizi, Salvini ha dovuto rimettere nel cassetto il suo programma che era denso di parole sulla famiglia, proprio l'oggetto del congresso mondiale di Verona che Di Maio ha liquidato come «una festa da Medioevo». E infatti per il sottosegretario alle Pari Opportunità, Vincenzo Spadafora, i «temi di Verona non saranno mai nell'agenda di governo» salvo che a Verona, tra i partecipanti, ci sono il ministro della Famiglia, Lorenzo Fontana, e soprattutto Salvini che per tranquillizzare l'alleato ha dovuto promettere: «Non si discute la revisione del divorzio e dell'aborto. Le conquiste sociali non si toccano». Eppure il calo demografico è (era?) tra i punti della Lega che scriveva (pag. 51 del programma) - «un clima ostile ha finito per favorire». Per la stabilità di coppia, la Lega ha accettato che la sedia da ministro della Salute venisse occupata da Giulia Grillo che del M5s è una convinta sostenitrice della diffusione della pillola Ru 486 tanto da chiedere, già nel 2014, «di avviare una campagna informativa attraverso corsi, seminari nelle scuole e nei consultori» e da definire il meeting di Verona «una manifestazione di estrema destra». In Emilia Romagna, il M5s ha provato a fare di più. La consigliera Silvia Piccinini ha chiesto che la somministrazione della pillola venisse consentita anche in regime extra ospedaliero.
A volte, le grandi crociate etiche e religiose del M5s sono non a caso affidate al situazionismo locale e individuale. Va quindi detto che, a parte le bizzarrie di Beppe Grillo, uno che sfida Dio contendendogli il posto (si fa chiamare l'Elevato) e che aveva offerto grilli essiccati al posto delle ostie, nel programma del M5s non si fa mai cenno alla famiglia e all'etica. Per comprendere la posizione del M5s sull'aborto bisogna consultare le proposte di legge. La n°4583 del luglio del 2017 aveva come obiettivo quello di modificare il diritto dei medici di praticare l'obiezione di coscienza nei casi di interruzione della gravidanza, un fenomeno che, secondo i deputati 5s, «sta subendo una consolidata e costante dilatazione». Ed era dell'estate scorsa la promessa del M5s di depenalizzare l'eutanasia, formulata in un disegno di legge dal senatore Matteo Mantero, protagonista di un altro disegno, questa volta per liberalizzare la cannabis. Ma la Lega di tutto questo che ne dice? Sulla eutanasia pensa che promuoverla sia «un invito a delinquere».
Sulla cannabis è intervenuto Salvini: «Le droghe sono droghe. Non passerà mai». E poi ci sono le adozioni per le coppie omosessuali. Nel programma della Lega si tuona che «in ogni documento, gli unici riferimenti ammessi saranno quelli a madre e padre» e Salvini ha anche aggiunto: «L'utero in affitto e la compravendita di gameti umani sono fattispecie delittuose, sono reati».
Ma a Torino, la sindaca Chiara Appendino va fiera che la sua sia la prima città a riconoscere i figli di coppie dello stesso sesso, («continueremo su questa strada»), e ancora Spadafora si è dichiarato a favore delle adozioni per i gay: «Non cambio idea, piuttosto lascio la poltrona». Naturalmente non l'ha lasciata cosi come M5s e Lega non si lasciano. Separati di fatto, ma inseparabili per contratto.
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