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Ex brigatisti e non solo: ecco anche a chi va il reddito di cittadinanza

La misura, nata per fornire un aiuto agli italiani realmente bisognosi, è estesa anche ad ex criminali, assassini, ladri e stupratori

Ex brigatisti e non solo: ecco anche a chi va il reddito di cittadinanza

Sulla reale efficacia del reddito di cittadinanza possono esserci giustamente vedute diverse, ma una convinzione dovrebbe accomunare tutti: ex brigatisti, ladri e assassini dallo Stato non dovrebbero percepire neanche un centesimo. Tra i requisiti necessari per beneficiare della misura del Movimento 5 Stelle bisogna non essere in attesa di giudizio o sottoposti a "misura cautelare personale". E il recente caos scoppiato riguarda Federica Saraceni, attualmente agli arresti domiciliari ma che prenderebbe regolarmente 623 euro al mese. Vi abbiamo parlato anche degli ex brigatisti Massimiliano Gaeta e Raimondo Etro. Fonti del Ministero del Lavoro hanno fatto sapere che la vicenda "è oggetto di verifica da parte dei competenti uffici del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali di concerto con il Ministero della Giustizia e l'Inps, al fine di accertare l'eventuale presenza di anomalie".

E per i reati gravissimi?

Nella giornata di ieri è arrivata la durissima presa di posizione da parte di Giorgia Meloni che, sul proprio profilo Facebook, ha pubblicato un video in cui ha voluto ricordare che Fratelli d'Italia aveva presentato la proposta di impedire l'accesso al reddito di cittadinanza a chi fosse stato condannato per reati gravissimi: idea bocciata. La leader di FdI lo aveva previsto: "Il reddito di cittadinanza andrà anche a delinquenti recidivi, spacciatori, rapinatori, ladri d’appartamento, stupratori, stalker, assassini pedofili, tutte categorie non escluse dalla norma, visto che sono esclusi solo pochissimi reati di mafia e terrorismo".

Si attendono giornate particolarmente calde. Matteo Salvini ha avvertito: "O la chiariscono o la ritirano. O fermiamo i lavori del Parlamento".

Sulla stessa linea sono intervenuti anche i capigruppo della Lega, Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari, che hanno avvisato: "La Lega non parteciperà a nessun lavoro d'aula e di commissione finché il governo non spiegherà questo scandalo e quest'ingiustizia sarà sanata".

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