Da "ex produttore tv" al "benvenuto assassino". Ora il Fatto e la sinistra rosicano su Chico Forti

La capriola del giornale di Travaglio: nel 2020 riportare in Italia il velista era un giusto obiettivo del governo Conte. Ecco tutti quelli che hanno cambiato idea

Da "ex produttore tv" al "benvenuto assassino". Ora il Fatto e la sinistra rosicano su Chico Forti
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Chico Forti secondo Il Fatto Quotidiano. Ora è un «assassino». Nel 2020 era semplicemente un «ex produttore televisivo detenuto da 20 anni». Adesso Forti è «uno spietato criminale». Quattro anni fa era solo un «imprenditore trentino, che si è sempre dichiarato innocente». Eppure, a livello giudiziario, in questo periodo di tempo non ci sono state novità nel merito della vicenda. L'unica cosa a essere cambiata è il governo. Allora c'erano Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, che annunciarono come imminente il ritorno a casa del velista di Trento. Un bluff, millantato troppo presto come un successo diplomatico. Ora il premier è Giorgia Meloni. E Chico Forti è tornato in Italia per davvero. Tanto è bastato per capovolgere la prospettiva del quotidiano diretto da Marco Travaglio. Forti era descritto dal Fatto come un «ex produttore televisivo ed ex velista italiano». Articolo condiviso il 23 dicembre 2020 dalla pagina social di Travaglio. Tutto molto diverso rispetto al «Benvenuto assassino» sparato ieri in prima pagina. Accattivante il richiamo in prima al commento di Selvaggia Lucarelli: «Meloni onora il criminale». Sorprendente il confronto con lo stile asciutto dei pezzi del 2020, in cui si sottolineava che l'imprenditore «si è sempre dichiarato innocente». Marco Travaglio, in un editoriale del 28 dicembre 2020, se la prendeva con Luigi Manconi. L'ex senatore del Pd era «colpevole» di aver scritto, in un editoriale su La Stampa, genericamente di «risveglio della politica», senza nominare il ministro degli Esteri del M5s. Pronta la correzione di Travaglio: «Quella politica chiamata Di Maio».

L'antivigilia di Natale del 2020 deputati del Pd stappavano lo spumante per l'annuncio, poi smentito dai fatti: «Chico Forti tornerà in Italia, un gran bel regalo di Natale». Anche il giornalista Michele Giordano, nel suo Blog sul Fatto online, puntualizzava: «Forti si è sempre dichiarato innocente». Giuseppe Conte, che ora tace, esultava: «Il prossimo ritorno in Italia di Chico Forti è davvero una bella notizia». Di Maio rivendicava: «Non ci siamo mai dimenticati di Chico Forti». L'ex capo politico del M5s oggi è l'unico che riconosce i meriti della premier: «Faccio i miei complimenti al governo Meloni». Conte fa finta di niente. Da segnalare il cambio di prospettiva dell'ex giornalista del Tg1 Tiziana Ferrario. Ferrario ora redarguisce Meloni: «Avrei scelto un profilo più basso per il rientro in Italia di Chico Forti». La stessa ex conduttrice Rai che quattro anni fa parlava di «una condanna con tanti aspetti da chiarire». Angelo Bonelli, di Avs, sminuisce l'operato del governo: «L'autorizzazione al trasferimento si attendeva da tre anni, dopo l'intervento del governo Draghi». Bonelli è stato smentito dall'avvocato di Forti. Il legale Joe Tacopina, infatti, a Il Tempo ha spiegato: «Qualsiasi cosa sia stata iniziata dai governi precedenti, purtroppo, è sempre stata solo un inizio e non ha mai avuto una fine. La verità è che la presidente Meloni si è spesa in maniera impeccabile a livello diplomatico».

Sul Fatto, però, la Lucarelli si supera, tra «uno spietato

criminale» e un «assassino». Molti lettori non gradiscono e commentano sui social la prima pagina. Un utente scrive: «Giravolte spaziali degne di un misero giornaletto. Se lo avessero portato in Italia allora sai che titoloni».

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