
Leonardo, la partecipata strategica dello Stato, invitata a farsi da parte e a non partecipare al Festival della Scienza di Genova. Esclusa per una narrazione "falsa", la stessa che sempre più spesso si legge negli slogan delle piazze pro Pal, è cioè che venda armi a Israele. È l'ufficio stampa della Fondazione Leonardo, a motivare il passo indietro: "Per la prima volta il Festival della Scienza, luogo libero e aperto nonché punto di riferimento per la comunità scientifica, ci ha chiesto di non prendere parte alle attività. Un gruppo tra docenti e accademici si è fatto promotore di una petizione per chiedere l'esclusione di Leonardo tra gli sponsor del Festival, sebbene da anni la nostra azienda abbia sostenuto e contribuito convintamente al loro programma". Il direttivo del Festival ha spiegato di aver "preso la decisione di rinunciare alla sponsorizzazione tenendo conto delle diverse sensibilità delle persone e anche per evitare che il Festival risulti in qualche modo strumentalizzato".
Il colosso della difesa ha deciso di "sospendere le iniziative" con la kermesse proprio per "un'associazione sbagliata, grave e dannosa", quella che vuole legare l'azienda alla guerra a Gaza. Sono fake news, dice la partecipata, quelle che circolano da "diversi mesi", secondo cui "Leonardo venderebbe armi a Israele". I promotori della petizione avevano citato un report di Francesca Albanese, relatrice dell'Onu sui Territori palestinesi, che parlava di Leonardo come partner di un'azienda statunitense che fornisce gli F35 a Tel Aviv. "Affermazioni che non rispondono al vero", scrive ancora la società. Lo stesso ad, Roberto Cingolani (nella foto), precisa che Leonardo "possiede una partecipazione in Drs, società americana totalmente autonoma, su cui l'Italia non ha alcuna influenza". Motivazioni che non hanno però cambiato la posizione del direttivo Festival, che ha preferito evitare di alimentare "un clima avvelenato". Per questo Cingolani commenta: "Comprendo e condivido lo sdegno per quanto sta succedendo a Gaza, ma trovo assolutamente inaccettabile dire che Leonardo sia responsabile e partecipe di questa tremenda vicenda".
Del resto non è bastato a calmare le acque nemmeno ricordare agli organizzatori che Leonardo "è soggetto alla legge che regola l'export degli armamenti italiani", che prevede il divieto di esportare armi verso i Paesi in conflitto armato, e verso quelli i cui governi siano responsabili di violazioni dei diritti dell'uomo. La realtà, scrive la società, è che "Leonardo non vende armi ad Israele da quando è scoppiato il conflitto". Sarebbero attivi solo due vecchi contratti di manutenzione su mezzi da addestramento non armati, stipulati oltre dieci anni fa. Si tratterebbe esclusivamente della presenza di quattro manutentori meccanici, senza possibilità di inviare pezzi di ricambio o nuove attrezzature. L'azienda inoltre starebbe lavorando con il ministero degli Esteri per sospendere anche questi contratti, non interrompibili unilateralmente.
Dalla politica l'unica condanna per l'esclusione dal Festival arriva dal centrodestra.
"La cultura e la scienza non si possono piegare all'ideologia politica e alle fake news - attacca Ilaria Cavo, Noi Moderati -. Ci troviamo davanti a una parte di docenti ed esponenti della cultura che dovrebbero avere come faro l'oggettività e non faziosità strumentali".