
La più diffusa enciclopedia del mondo, Wikipedia, non utilizza il termine "terrorismo" per definire le voci sul 7 ottobre e su Hamas: né in Italia né all'estero. Nella voce italiana, in nota, o imboscata nel lungo testo, la voce "Hamas" recita: "È classificata come terroristica da alcuni Stati, mentre da altri è considerata una legittima organizzazione di resistenza". La sezione "Accuse di terrorismo", sempre imboscata, elenca gli Stati che considerano quello di Hamas terrorismo e li mette sullo stesso piano di Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Turchia, Iran, Egitto, Russia e altre nazioni: un dato di diritto internazionale è trasformato in un'opinione geopolitica. L'enciclopedia rifiuta una definizione primaria a dispetto di quanto sancito da Unione Europea, Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Australia, Nuova Zelanda, Giappone, Organizzazione degli Stati Americani, Argentina e, dopo il 7 ottobre 2023, anche la Svizzera: però specifica che il Paraguay classifica come terroristica solo l'ala militare.
Nella versione inglese, più articolata e aggiornata di quella italiana, si dettagliano le date, le definizioni di terrorismo e le modifiche successive: Stati Uniti nel 1995, Unione Europea nel 2001, Regno Unito nel 2021, Svizzera nel 2024, Paraguay nel 2025, Ecuador nel 2025. Il termine "terrorist", ergo, compare solo nella forma attributiva "designated as terrorist by..." e sposta la responsabilità del giudizio su fonti esterne.
La voce italiana "Attacco di Hamas a Israele del 2023" evita del tutto il termine: l'incipit parla di "una serie di attacchi di gruppi armati con conseguente uccisione di 1200 civili e militari israeliani e rapimento di circa 250 persone". È la descrizione di un fatto che non ritiene di dover qualificare. Anche nella versione inglese, intitolata "October 7 attacks", il sottotitolo definisce l'evento "armed incursions and massacres in Israel": non c'è "terrorist attacks".
Ne consegue che Hamas è "designated terrorist" da molti governi (tra questi, ripetiamo, tutto l'Occidente) ma non è "terrorist organization", e che il 7 ottobre è una data di "attacchi armati" ma non di attentati terroristici. Le modifiche successive al 7 ottobre 2023 mostrano un dibattito interno imbarazzante e rivelatore: gli editor della versione inglese e italiana, in più momenti, hanno discusso se mantenere il "terrorist", pur attribuito a terzi, o se spostarlo nelle note. Nella versione italiana si legge, all'inizio: "Hamas da un lato è un partito politico che partecipa alle istituzioni palestinesi, dall'altro mantiene un braccio militare con cui conduce attacchi armati".
Wikipedia in pratica si comporta come un'enciclopedia quando lo ritiene (ossia definisce) e si comporta come un giornale quando non vuole definire, ossia riferisce definizioni altrui, e solo quando proprio non se ne può fare a meno. La voce sul 7 ottobre ha numeri, date e cronologia, ma non il termine che in ogni comunicato e in ogni agenzia di stampa occidentale ha sempre accompagnato quell'evento: terroristico.
Va ricordato che Wikipedia è uno dei dieci siti più visitati al mondo e che ha circa 55 milioni di voci in oltre trecento lingue; è compilata da volontari che riflettono non il genere umano nella sua interezza bensì quello atto a intervenire, correggere, aggiornare secondo uno spirito che non è neanche del tempo, ma del minuto-secondo: è perciò una fonte utile per misurare il conformismo in presa diretta. Gli autori delle voci non devono avere alcuna competenza sugli argomenti trattati. Wikipedia spaccia un proprio "punto di vista neutrale" e paradossalmente non accetta testi o contributi da fonti originali.
Per fare due esempi a caso: sull'enciclopedia non compare il premio Nobel 2018 William Nordhaus che nel 2018 prese il Premio "per aver integrato il cambiamento climatico nell'analisi macroeconomica di lungo periodo", studio che tuttavia ebbe esiti poco coerenti con la prevalente narrazione ambientalistica; allo stesso modo, su Wikipedia, non compare nessun dato sulla riforestazione del nostro Paese. È tuttavia presente un'amplissima sezione sul "Lessico dell'omofobia".