Elezioni Regionali 2020

"Favorì i suoi quattro autisti". ​E adesso De Luca è indagato

I vigili di Salerno sarebbero stati promossi in Regione a "membri dello staff". Le accuse di reato sono falso e truffa

"Favorì i suoi quattro autisti". ​E adesso De Luca è indagato

Una indagine giudiziaria si abbatte sulle elezioni regionali in Campania. Vincenzo De Luca sarebbe, infatti, indagato dalla procura di Napoli per aver favorito i suoi quattro autisti. I fatti risale a tre anni fa quando in seguito a un incidente stradale sono scattati gli accertamenti dei giudici partenopei. Un'indagine rimasta nascosta fino a oggi quando l'ha tirata fuori Conchita Sannino su Repubblica rivelando, tra le altre cose, che il governatore è stato interrogato qualche mese fa "negli uffici del pubblico ministero". Le accuse di reato di cui deve rispondere sarebbero "falso e truffa". "Non risponde al vero che i vigili urbani siamo stati promossi in Regione", ha replicato l'avvocato di De Luca, Andrea R. Castaldo.

L'incidente stradale nel 2017

Le accuse della pm Ida Frongillo, coordinata dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli, riguarderebbero l'incarico e, quindi, il contratto di quattro autisti. Si tratterebbe dei quattro autisti "storici" che, come ricostruito oggi da Repubblica, De Luca avrebbe trasferito da Salerno, dove è stato sindaco per vent'anni, a Napoli, dove è attualmente presidente di Regione, attraverso diversi decreti che li avrebbero inquadrati in ruoli di "addetti o responsabili di segreteria del presidente". A fare accendere i riflettore degli inquirenti su questa situazione e, quindi, a far scattare le indagini sarebbe stato un incidente stradale avvenuto il 15 settembre del 2017 in via Negri, nel rione Carmine di Salerno. Un brutto tamponamento ai danni di una giovane in scooter che aveva scatenato una bagarre politica senza precedenti. "Da sempre denunciamo che questo presidente che si crede al di sopra della legge è un pericolo per la Campania", avevano denunciato in quei giorni i grillini accusando il governatore di aver preso la strada contromano. "Chi rappresenta le istituzioni dovrebbe essere un esempio inappuntabile di rispetto della legalità. E invece in Campania siamo governati da chi si mette costantemente la legge e le istituzioni sotto i piedi".

Le indagini sugli autisti

"Stavo andando da una mia amica, quando all'improvviso mi sono ritrovata un'automobile nel mio motorino", aveva raccontato la 22enne dopo l'incidente. "Mi ha preso di lato... mi sono ritrovata a terra. Poi non ricordo bene tutto". Le persone, che le si accalcava attorno, continuava a urlare: "Non la muovete, non la muovete!". "Io ero terrorizzata e piangevo a dirotto - aveva rivelato - pensavo di essermi fatta davvero molto male". Fortunatamente se la era cavata solo con qualche "botta". L'incidente, però, non era passato inosservato. Alle prima accuse di aver sfrecciato in contromano, era stato replicato che le forze dell'ordine possono fare certe manovre, secondo quanto permesso da un'ordinanza del Comune risalente al 2008 (anno in cui De Luca era ancora sindaco di Salerno) per i "veicoli forze di polizia". Ben presto però il dito era stato puntato sull'autista che si trovava alla guida dell'auto. Non si trattava di un semplice autista, ma uno dei quattro che lavoravano a Salerno e che, quando è stato eletto a presidente della Regione Campania, De Luca avrebbe deciso di far trasferire a Napoli come "membri dello staff delle relazioni istituzionali". Un "escamotage" che, come ricostruisce Repubblica, avrebbe permesso di alzare a tutti e quattro lo stupendio "con una indennità lorda annua di 4.600 euro" anche se nessuno di loro avevano i requisiti per ottenerla.

I decreti al vaglio dei pm

Sotto la lente d'ingrandimento dei magistrati napoletani, come ricostruito dall'agenzia AdnKronos, sono finiti i decreti 62, 63, 64 e 65 del 10 marzo 2016. Sulla base di questi Claudio Postiglione, che era alla guida dell'auto che causò l'incidente in via Negri, passò da "dipendente della Polizia municipale di Salerno" alla Segreteria del presidente con la funzione "Rapporti con strutture regionali e istituzioni locali". Gianfranco Baldi venne, invece, nominato responsabile "Rapporti con Conferenza Stato-Regioni, Conferenza unificata e organi legislativi nazionali". Giuseppe Muro divenne responsabile "Rapporti con i consiglieri regionali". Infine, Giuseppe Polverino fu nominato responsabile "Rapporti con Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, tutti per l'intera durata del mandato presidenziale". Già a suo tempo questa raffica di nomine non era sfuggita all'allora consigliere regionale di Forza Italia Severino Nappi (oggi candidato con la Lega). Il 20 settembre 2017 aveva, infatti, presentato un'interrogazione per vederci chiaro sulle mosse di De Luca.

La difesa del governatore

De Luca ha affidato a una nota le sue precisazioni. "L'indagine risale a tre anni fa", ha spiegato assicurando di aver già fornito "i necessari chiarimenti attraverso la produzione di apposita documentazione" e durante l'interrogatorio con i giudici partenopei. "La contestazione per cui si procede non riguarda l'ipotesi di abuso di ufficio - si legge - non risponde al vero che i vigili urbani siamo stati promossi in Regione". "L'ufficio di diretta collaborazione del presidente della giunta regionale della Campania nell'ambito di una riorganizzazione che ha consentito un risparmio di spesa rispetto alla precedente amministrazione si avvale di collaboratori scelti in base a criteri di fiducia, di autorizzati alla guida, in precedenza in servizio presso il comando di polizia municipale di Salerno.

Al fine di evitare ogni strumentalizzazione in considerazione del momento elettorale prossimo, si ribadisce come non vi sia alcuna novità processuale e il procedimento sia del 2017", conclude poi la nota.

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