Fi si amplia: arriva anche Rachele Mussolini

La nipote del Duce e consigliera di Fdi passa agli azzurri: "Lo faccio per i diritti, sono moderata"

Fi si amplia: arriva anche Rachele Mussolini
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Il nuovo ingresso in Forza Italia ha un nome pesante, Rachele Mussolini, una dote di preferenze da record in Campidoglio, 8640, e un partito d'origine alleato, FdI. «Una diversa sensibilità sui diritti», spiega la nipote del Duce, l'ha spinta a lasciare Giorgia Meloni e farsi azzurra. Moderata e lontana da nostalgie fasciste e pregiudizi razzisti, sostenitrice dei diritti Lgbt e dello Ius scholae, trova FdI troppo a destra e si sente in sintonia con Antonio Tajani. La figlia di Romano, musicista di jazz, è nata nel 1974 dal suo secondo matrimonio, ha il nome della nonna e moglie di Benito ed è sorellastra dell'eurodeputata azzurra Alessandra Mussolini.

Nessuno strappo, però, Rachele parla di «dolce addio» a FdI e da piazza in Lucina ci si è premurati di avvisare preventivamente via della Scrofa. Lei se ne va ringraziando i Fratelli per l'appoggio nelle ultime due consiliature al Comune di Roma, si dice «orgogliosa che il governo sia guidato dal primo premier donna», sottolinea che «nel centrodestra regna l'armonia», ma ritiene che Fi possa rispecchiare di più la sua «sensibilità moderata, laica e centrista» È sicura: «La mia casa ideale è quella guidata da Tajani».

Sembra un contagio perché subito si unisce a Rachele il consigliere di Azione Francesco Carpano, che consente di costituire il gruppo di Fi all'opposizione in assemblea capitolina.

Non è ancora ufficiale ma presto dovrebbe entrare in Fi un altro ex meloniano con caratteristiche molto simili alla Mussolini: il deputato trentino Andrea de Bertoldi, che ad agosto ha lasciato FdI dopo uno scontro con i vertici romani. Segnali che la Fi moderata costruita da Tajani è in salute e piace a molti orfani del centro, non solo nelle opposizioni ma anche nel centrodestra. In attesa di essere vagliati da Tajani ci sono almeno altri 10 politici che vorrebbero entrare.

Il vicepremier e ministro degli Esteri, che è vicepresidente di popolari europei, è sempre attivissimo sul fronte internazionale e manovra nell'interesse del Paese e dell'Ue. Dice che per Raffaele Fitto commissario europeo «non dovrebbero esserci problemi» anche per il sostegno del Ppe, rivendica per l'Italia «una vicepresidenza esecutiva», si augura che al momento del voto prevalga il «senso di appartenenza anche tra i parlamentari eletti a sinistra».

Il segretario azzurro in questi mesi ha aggiornato il bollettino delle acquisizioni in continuazione. Solo 5 giorni fa ha annunciato l'ingresso in Fi dei consiglieri regionali del Psd'Az della Sardegna, Gianni Chessa, Piero Maieli e Alfonso Marras. Il 7 agosto è stata la volta del civico Andrea Fora, consigliere regionale dell'Umbria, già vicepresidente nazionale di Confcooperative e portavoce nazionale del Forum del Terzo settore. Il 4 settembre, proprio a casa del leader 5s Giuseppe Conte, il deputato foggiano Giorgio Lovecchio ha lasciato il Movimento per passare a Fi e già aveva fatto lo stesso poco prima il senatore grillino di Lecce Antonio Trevisi, come i consiglieri comunali di centrosinistra a Bari Livio Sisto e Giuseppe Frappampina. A maggio ha traslocato il deputato siciliano di Azione ed ex sottosegretario Giuseppe Castiglione, ad aprile c'è stato l'accordo con i tirolesi del Svp per le europee. Enrico Costa di Azione viene ritenuto vicino al rientro tra gli azzurri, più di Mariastella Gelmini e Mara Carfagna.

«Siamo un

partito attraente e in crescita costante, peschiamo nel M5S e nel Terzo Polo più che tra gli alleati. Ma tutti gli arrivi vengono selezionati con attenzione, non vogliamo mercenari», dice il portavoce azzurro Raffaele Nevi.

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