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Fiducia a mezzanotte sul maxi-emendamento

La manovra nella versione «bollinata» dall'Europa arriva oggi al Senato. Che la voterà al buio

Fiducia a mezzanotte sul maxi-emendamento

Roma - La manovra verrà votata dal Senato stanotte a mezzanotte, quasi di soppiatto. E con l'obiettivo dichiarato dalla maggioranza di liberarsene in fretta e partire allegramente per le vacanze: la richiesta delle opposizioni di allungare l'esame, in modo da dare al Parlamento la possibilità di dare almeno un'occhiata ad una legge di bilancio che nessuno ha potuto vedere, è stata sdegnosamente respinta. La minoranza si era detta disponibile a lavorare anche nei giorni di Natale, ma grillini e leghisti non ne hanno voluto sapere.

Dopo dieci giorni di paralisi, mentre la manovra veniva riscritta in filo diretto con Bruxelles, ieri la Commissione Bilancio avrebbe dovuto discutere un testo (quello arrivato dalla Camera) ormai morto e sepolto. Ma per le 17 era già previsto il suo passaggio all'aula: neppure il tempo di votare un emendamento. Le opposizioni hanno chiesto che venisse quanto meno ascoltato l'Ufficio parlamentare di bilalcio, per avere un parere tecnico su un testo totalmente ribaltato rispetto alla versione votata dalla Camera, e per ora anticipato solo dai giornali. Il grillino Daniele Pesco, presidente della commissione, è andato in confusione totale: ha negato le audizioni, ha negato anche il voto sulle audizioni: «Servirebbe molto tempo per fare un lavoro serio, e non lo abbiamo», e comunque i pareri tecnici «non sono assolutamente necessari». Meglio non far niente, insomma. Il sottosegretario all'Economia Garavaglia intanto assicurava che prima o poi le cifre e le tabelle della manovra, mai viste dal Senato, «saranno sul sito del governo». Il Parlamento si accontenti di leggerle online.

Le opposizioni, esasperate, hanno abbandonato l'aula della commissione. «In 6 giorni non è mai stato discusso neanche un articolo. Arriva in Aula un maxi-emendamento mai votato da nessuno. È la prima volta nella storia della Repubblica», sottolinea il capogruppo dem Marcucci. A quel punto il grillino Pesco ha dichiarato chiusa la seduta, e ha rinviato il testo all'aula, senza un relatore e senza che fosse stato esaminato neppure un articolo. Poi si è confusamente appellato alla presidente del Senato Casellati: «Ci dica lei che dobbiamo fare, visto che non abbiamo concluso i lavori in commissione».

La conferenza dei capigruppo, convocata dalla Casellati, ha stabilito di far svolgere il dibattito generale (finto) nella serata di ieri, fino alla mezzanotte. Stasera poi il governo presenterà finalmente il suo maxiemendamento, che verrà votato a scatola chiusa, nella notte, blindato dalla fiducia. Senza dedicare un solo minuto all'esame del testo.

Tra Natale e Capodanno, poi, toccherà alla Camera.

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