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Una figuraccia più nera dei buchi neri

Cosa c'è di peggio che invitare a rappresentare l'Italia un fisico dalle idee peculiari in ogni contesto, dalla guerra in Ucraina all'uso degli acidi lisergici? Revocare l'invito e passare per censori.

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Cosa c'è di peggio che invitare a rappresentare l'Italia un fisico dalle idee peculiari in ogni contesto, dalla guerra in Ucraina all'uso degli acidi lisergici? Revocare l'invito e passare per censori. Questo è il «capolavoro» riuscito a Ricardo Franco Levi, nei panni di commissario del governo per la Fiera di Francoforte su nomina di Mario Draghi voluta dall'allora ministro Dario Franceschini. Come è stato possibile ottenere due figuracce in un colpo solo? Riavvolgiamo il nastro: l'Italia, nel 2024, è ospite alla Buchmesse di Francoforte, una specie di Salone del libro di Torino, però importante, dove il mercato ha un ruolo preponderante. Levi convoca il fisico Carlo Rovelli come protagonista della cerimonia d'apertura. Rovelli, in Italia è un bestsellerista, pubblicato da un editore prestigioso, Adelphi. I suoi libri, l'ultimo si intitola I buchi bianchi, hanno il pregio di spiegare la fisica a chi, in materia, è digiuno. Come spesso accade, chi è maestro nel proprio settore diventa tutt'altro che infallibile appena esprime opinioni sullo scibile umano, specie la politica, figuriamoci quella estera. È cosa nota a chiunque che Rovelli abbia le sue idee, non allineate, a volte molto discutibili. Ecco dunque Rovelli, dal palco del Concertone del 1° maggio, esprimersi negativamente sull'invio di armi in Ucraina e tirare in ballo, senza nominarlo, il ministro della Difesa Guido Crosetto. Immediata la presa di distanza generale da Rovelli sulle tesi in questione. Dopo questo fatto, Levi annuncia, con una mail, a Rovelli che la sua presenza alla Buchmesse del prossimo anno è cancellata per «evitare che un'occasione di festa e anche di giusto orgoglio nazionale, si trasformi in un motivo di imbarazzo». Motivazioni bizzarre, visto che Rovelli avrebbe parlato al massimo di buchi bianchi. Rovelli ha pubblicato la lettera sui social, suscitando una levata di scudi in sua difesa da parte di tutto il mondo editoriale e politico. La commedia però è complicata. Infatti Levi è anche presidente dell'Associazione italiana editori, che non c'entra nulla con la struttura «dedicata» a Francoforte. Così ieri, a compimento della farsa, arrivano due comunicati: quello del Comitato di presidenza dell'Aie che auspica il reintegro di Rovelli, pur rinnovando la fiducia (?) al presidente Levi. E quello del commissario Levi che riconvoca Rovelli alla inaugurazione della Buchmesse.

L'Europa, intanto, ride.

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