Il film su Conte fa flop: sala deserta

Venti persone a Milano per assistere all'"Italia che Conta". E l'ingresso era gratuito

Il film su Conte fa flop: sala deserta
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Un evento per pochi intimi. Anzi: per pochissimi. Se i 5 Stelle desideravano assaggiare il proprio indice di gradimento tre giorni prima del verdetto ufficiale delle urne, allora la risposta non può che essere negativa. A Milano, infatti, lo spettacolo proposto non è esattamente gratificante in vista delle Europee.

L'occasione per godersi questo antipasto elettorale è la proiezione del film autoprodotto dai grillini, intitolato «L'Italia che Conta», che sta compiendo il tour nei comuni italiani. Un'ora scarsa in cui i comizi di Giuseppe Conte vengono montati per fornire il «meglio» a chi se lo fosse perso dal vivo a teatro. Lo scopo è quello di essere più capillari possibili sul territorio. Peccato che lo scenario offerto dal capoluogo lombardo sia nel complesso surreale.

La serata pubblicizzata sui social si tiene al CAM di Corso Garibaldi ed è organizzata dagli attivisti pentastellati milanesi. Ingresso gratuito e aperto al pubblico, ma numero di spettatori presenti esiguo. Degli 85 posti a sedere messi a disposizione, ne vengono occupati una ventina scarsi se si escludono i militanti con tanto di spilla del partito in bella vista. Età media tra i 65 e i 70 anni, con alcuni di loro che si dichiarano iscritti al Movimento. Una signora commenta ad alta voce: «Capisco che la sala sia piccola, ma certo che siamo proprio quattro gattacci».

I volontari, sicuramente solerti e appassionati, non si sono organizzati al meglio, tanto da depositare sulle sedie vuote i volantini delle elezioni Politiche del 2022 invece che delle attuali Europee.

Un ragazzo cerca in tutti i modi di fissare la bandiera dei 5 Stelle nella sala, ma poi deve desistere lasciandola arrotolata e appoggiata mestamente al muro. In generale, la partecipazione del pubblico è passiva: giusto un paio di timidi applausi agli interventi di Conte e qualche borbottio rivolto contro la Meloni. A fare più rumore, oltre alla metropolitana che scorre sotto, è soprattutto qualche «Shhh» a silenziare chi disturba nelle ultime file chiacchierando a voce troppo alta.In tre abbandonano lo show a metà video.

Ed è un vero dispiacere, perché il film ricalca tutti gli imperdibili cavalli di battaglia grillini: abbasso la guerra, viva il reddito e il superbonus, avanti con il green. Con tanto di sberleffi alle parole di Lollobrigida e Santanchè lette da Giuseppi.

Dulcis in fundo, a rendere il contesto ancora più kafkiano, un signore di mezza età che si aggira silenziosamente fuori dal CAM mentre indossa un cartello con scritto «Conte a casa». Il classico sabotatore di un raduno che, però, si era già boicottato da solo.

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