Filmgate, per i pm 200 milioni sospetti

Dieci fascicoli in Procura. Giuli: "Nuove norme, basta soldi a pellicole fantasma"

Filmgate, per i pm 200 milioni sospetti
00:00 00:00

Doveva essere una misura dai nobili intenti, finalizzata a risollevare il cinema italiano da una crisi prolungata, segnata da una produzione in difficoltà e cinema sempre più vuoti. Invece, nei fatti, il tax credit è stato, in parte, un contributo a pioggia che ha finanziato film di ogni genere, a prescindere dal pregio artistico e dalla previsione di incassi. E ora il ministro della Cultura Alessandro Giuli annuncia correttivi. "Nessun film fantasma potrà più approfittare delle risorse pubbliche. Basta sprechi: i soldi dei contribuenti devono andare solo a chi fa davvero cinema", ha detto ieri il capo di dicastero.

Molti film, del resto, non sono ancora mai usciti nelle sale, alcuni lo hanno fatto con un'unica proiezione, magari alle nove di mattina, giusto per adempiere ai requisiti burocratici richiesti a chi ottiene il tax credit. Altri hanno registrato spettatori che si contano sulle dita di una mano. Il ministero della Cultura ha erogato così negli ultimi anni centinaia di milioni di euro, ma nel tempo si è reso conto di una potenziale voragine. Che i controlli burocratici sulla documentazione inviata dai beneficiari non bastavano per garantire l'assenza di illeciti. Bilanci di film con costi altissimi, alcuni decisamente fuori mercato, hanno fatto drizzare le antenne al ministero. Che nel tempo ha inviato un lungo elenco di pellicole, oltre 120, considerate "sospette" alla Guardia di Finanza, che da mesi indaga per ricostruire la veridicità di spese, fatture e flussi di denaro di produzioni grandi e piccole, alcune monstre, con costi stellari. Nel frattempo in Procura a Roma sono stati aperti una decina di fascicoli, senza indagati né ipotesi di reato, per verificare la presenza di eventuali profili penali, senza escludere la truffa ai danni allo Stato, a seguito di diversi esposti arrivati nell'ultimo anno. Sotto la lente, ci sono 200 milioni di fondi pubblici. Il fascicolo al momento più corposo deriva da un esposto che contiene un elenco preciso di nove film - tra cui quelli di Denzel Washington, Moretti, Virzì, Rohrwacher, e altri - che era stato presentato dall'avvocato Michele Lo Foco. I pm hanno acquisito gli atti dei relativi contributi erogati al ministero. Tutte le persone citate sono estranee alle indagini e non sono coinvolte.

Nei giorni scorsi c'è stato un vertice in Procura tra i pm aggiunti titolari dei fascicoli e le fiamme gialle, per scambiarsi informazioni e procedere in modo coordinato. Non si esclude che a breve sul tavolo degli inquirenti possa arrivare anche il contributo concesso al presunto killer di Villa Pamphili, Francis Kaufmann, alias Rexal Ford. Che era riuscito a ottenere dal ministero, nel 2023, 863mila euro di tax credit per la realizzazione di un film che non risulta uscito da nessuna parte. Il giorno dopo lo shock, al Mic è il momento delle verifiche a tappeto. Il capo della direzione cinema Nicola Borrelli passa al setaccio la documentazione relativa alla concessione del contributo a Kaufmann, erogato a una casa di produzione italiana, Coevolutions srl, che avrebbe dovuto fare da produttore esecutivo della pellicola internazionale "Stelle della notte", del finto regista. La società italiana, a differenza di quella del presunto killer, è esistente e riconducibile al manager italiano Marco Perotti. Che avrebbe riferito a Borrelli di essere sconvolto dalla notizia di aver lavorato con un sospettato di omicidio, ma sicuro di poter dimostrare che quel film è stato invece prodotto. Il ministero non ha mai sospettato nulla di irregolare, essendo quella una produzione internazionale, senza dunque obbligo di uscita del film in Italia. E anche perché la documentazione "sembrava e sembra" in ordine. "Noi ovviamente abbiamo richiesto tutta la documentazione nel minimo dettaglio e la stiamo aspettando.

Se ci trovassimo di fronte a un caso di attività mai svolta e di costi fittizi scatterebbe immediatamente una denuncia alla Procura", ha detto Borrelli al Corriere.

Ieri Sergio Castellitto, ha commentato amaramente: "Se non fosse una tragedia sarebbe una commedia. È veramente inquietante; la sensazione che si ha è che se è successo una volta è forse già successo altre dieci volte".

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica