Europa

Il filo rosso-verde che in Germania finanzia gli sbarchi sulle nostre coste

Da Berlino 790mila euro a Sos Humanity. Nel 2022 un dispaccio della nostra ambasciata segnalava che il governo tedesco voleva sostenere il soccorso in mare. Ecco chi da Berlino aiuta le Ong

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Del governo tedesco finanziatore delle Ong del mare sapevamo già tutto dal 14 novembre dello scorso anno. Un dispaccio dell'ambasciata italiana a Berlino segnalava con urgenza e preoccupazione i piani pro talebani dell'accoglienza dell'esecutivo. «Un orientamento prevalente nella maggioranza di governo () è che () il soccorso civile in mare non debba essere ostacolato ma sostenuto» scriveva alla Farnesina la nostra ambasciata. E lo dimostra tangibilmente «la recente approvazione di un emendamento alla legge di bilancio () introdotto su impulso di parlamentari dei Verdi (), che dispone finanziamenti di 8 milioni di euro in 4 anni in favore di United4Rescue, ONG legata alla chiesa evangelica» sponsor delle navi che sbarcano migranti in Italia.

Poi i soldi sono stati dirottati, per ora, a Sos Humanity, che con l'omonima nave ha dato filo da torcere al ministro dell'Interno Matteo Piantedosi prima del decreto Ong. Il governo tedesco ha versato «790mila euro» conferma il portavoce dell'organizzazione, Lukas Kaldenhoff. Secondo lui la cifra è molto «esigua» rispetto alle disponibilità europee e in grado di coprire solo un quarto delle esigenze annuali di Sos Humanity.

Gran parte delle ammiraglie che portano i migranti in Italia battano bandiere tedesca come Sea Eye, Sea Watch e Humanity 1. «Una macchina da guerra» l'ha definita una fonte del Giornale in prima linea sul mare, che adesso è riuscita ad ottenere fondi statali, grazie al governo del social democratico Olaf Scholz. Prima arrivavano lo stesso, ma tramite altre organizzazioni oppure con raccolte fondi. Nel 2019 si è cimentata pure l'europarlamentare Elly Schlein oggi segretaria del Pd. Dopo il sequestro della nave Sea Watch 3 ha organizzato una raccolta fondi con risultati miseri. In quattro mesi sono stati raccolti da 48 sostenitori appena 3.567 euro che sono andati «direttamente a Sea watch per sostenere le loro operazioni».

Fra i fondatori dell'Ong tedesca Sea eye spicca la Chiesa evangelica tedesca. Le chiese protestanti in Germania hanno finanziato anche Sea watch con almeno 262.435 per l'aereo di ricognizione Moonbird. Il presidente della Chiesa evangelica, Heinrich Bedford-Stroh, ex tesserato del partito Social democratico tedesco, aveva stretto un patto con l'allora sindaco di Palermo Leoluca Orlando a favore delle Ong estremiste.

Testimonial e finanziatore è pure il cardinale cattolico Reinhard Marx, che fin dall'inizio ha appoggiato una specie di stata alleanza di Ong «United4rescue», in gran parte tedesche, che ricevono soldi pure dalle Acli. Sea watch e Sea eye sui loro portali ringraziano «le Chiese per la promozione del salvataggio in mare nel Mediterraneo». L'aspetto più inquietante è che fra i primi a tessere una rete di appoggio delle Ong del mare risultavano vecchie glorie ex comuniste, come Gregor Gysi l'ultimo leader della Germania Est pro Gorbaciov. I Verdi tedeschi sono sempre stati in prima fila e una delle sostenitrice più influenti era Barbara Lochbihler, europarlamentare fino al 2019 ed ex segretario di Amnesty international in Germania.

Questo filo rosso-verde arriva fino ad oggi e porta a Annalena Baerbock, ministro degli Esteri della Germania. Alla pasionaria del governo Scholz si appellano le Ong contro i fermi delle loro navi in Italia e il decreto Piantedosi. Dietro gli 8 milioni di euro alle Ong c'è anche lei. Il 30 maggio ribadiva in un incontro con i talebani dell'accoglienza che vorrebbe far integrare le Ong nel «Gruppo di contatto SAR» istituito dalla Commissione europea dal 2021 per favorire un maggiore coordinamento tra le autorità e i Paesi che operano nel Mediterraneo.

Una mossa vista come fumo negli occhi dal governo Meloni.

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