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La filosofia del faro

Evidentemente non solo un'infrastruttura, ma un vero simbolo

La filosofia del faro

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Evidentemente non solo un'infrastruttura, ma un vero simbolo. Anzi un mito, tanto da essere entrato nella semantica esistenziale che parla della ricerca di un faro per la nostra vita o nella storia della cultura che battezza la Grecia come faro di civiltà. Una lunga vicenda cominciata nell'isolotto di Faro sulla costa egiziana dove, nel III secolo a.C. sotto il regno tolemaico d'Egitto, fu costruito il faro di Alessandria: una delle Sette meraviglie del mondo e gioiello della tecnologia ellenistica rimasto in funzione fino ai terremoti del XIV secolo e dal quale le lingue romanze hanno attinto il termine.

L'enorme occhio di un Ciclope raccontato in un caleidoscopio di documenti nel volume Einaudi di Veronica della Dora Dove nel buio la luce dimora. La storia del faro che lo descrive non solo come virtuosismo di ingegneria, ottica e architettura, ma come «stato mentale». Perché costruito nei luoghi più impervi, è la plancia di una nave che naviga sempre, ma senza mai salpare. Il viaggio nella tempesta che diventa un tuffo nella mente, cercando di non rimanere in balia delle onde della vita o dell'assolata bonaccia d'estate. Il sogno di fuggire dalla quotidianità per diventare eremiti esposti al vento, all'acqua e al sale. Gli elementi primordiali e la solitudine non come mancanza, ma come occasione: soprattutto se la si può cogliere per un tempo limitato, prima di tornare (magari ritrovati) alla vita quotidiana.

Un'occasione non impossibile da cogliere, seguendo i consigli di Airbnb (nelle categorie Torri e Wow!) che suggerisce la lista dei dieci fari più desiderati dai clienti. Una fuga in riva al mare che può cominciare da quello per avvistare le balene sull'Isola di Mull, costa occidentale della Scozia, costruito nel 1857 e oggi raggiungibile a solo piedi attraverso un sentiero dalla cittadina di Tobermory. Prima disponibilità il 23 settembre alla non proibitiva cifra di un paio di cento euro a notte. Oppure a nord-est su un'isola privata vicino alla costa c'è l'Eilean Sionnach Lighthouse Cottage, luogo perfetto per vivere l'Isola di Skye tra villaggi di pescatori e castelli medievali. Nell'Isola di Man c'è il cottage costruito nel 1857 per il guardiano del faro, spettacolare punto di osservazione su Douglas Head, la scogliera che domina la baia di Douglas con vista fino alle Snaefell Mountain e al villaggio di Laxey. In Svezia a Saffle la solitudine di una costruzione del 1878 affacciata sul più grande arcipelago dell'entroterra europeo sull'isola di Gunnarsholmen nel lago Vanerrn. Volando in Canada si dorme nel faro alto oltre 20 metri nella Prince Edward Island con vista sulle Marittime, la zona orientale della costa atlantica. Affacciato ad Acapulco sull'Oceano Pacifico che bagna il Messico, quello con accesso diretto a Playa San Vicente. Salendo l'antica scala a chiocciola del faro di Pocasset negli Usa, si raggiunge la sala della lanterna con l'impagabile vista sull'Atlantico. E sempre negli Usa a Lusby si soggiorna accanto a quello ancora funzionante, il più antico in servizio nel Maryland, alloggiando nello storico Cove Point Lighthouse, fondato nel 1828. Il faro di Eagle River è unico per la sua storia: fu costruito nel 1855 dal governo per guidare le navi lungo la costa di Keweenaw Lake Superior e ha ospitato il guardiano del faro e famiglia fino al 1909. Tornando in Europa risale al XVIII secolo il faro ai margini del villaggio di Winterton-on-Sea, nel Norfolk. Citato nel Robinson Crusoe di Daniel Defoe, era una torre di avvistamento durante la Seconda guerra mondiale.

Tanta scelta davanti a un mare calmo o agitato, esposti a cieli la cui luce cambia, mentre quella del faro resta immutabile nella sua ipnotica e simbolica alternanza luce-buio. Tecnica e natura nel ricordo di quei guardiani a cui era affidata la preziosa vita dei naviganti. Una missione che oggi può diventare vacanza.

O, meglio, un'occasione per un viaggio dentro noi stessi.

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