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Quella "confessione" di Conte: "Io non sono infallibile..."

Giuseppe Conte è impegnato nella verifica di governo per cercare di tirare avanti con questo esecutivo e ripianare le tensioni nella maggioranza

Quella "confessione" di Conte: "Io non sono infallibile..."

La verifica di governo è a un punto avanzato. Giuseppe Conte è stato costretto a convocarla per uscire dall'empasse, scongiurare la crisi ed evitare il rimpasto ma lo scoglio più importante da superare sarà Matteo Renzi, che si incontrerà oggi con il presidente del Consiglio. Vito Crimi ha etichettato il rimpasto come "tema surreale" al quale il Movimento 5 Stelle non è disponibile. Il Partito Democratico non ha posto la questione ma oggi Italia Viva potrebbe riportarlo sul tavolo di Giuseppe Conte, anche se Renzi sembra aver al momento inguainato la spada. Nonostante i proclami bellicosi di Italia Viva dei giorni precedenti, Giuseppe Conte intervistato da La Stampa si dice abbastanza tranquillo e fiducioso che la verifica si concluda positivamente, anche se le tensioni nella maggioranza sono lontane dall'essere state appianate.

Con la delegazione degli alleati di maggior peso, l'incontro si è svolto in maniera senza particolari scossoni, nonostante qualche momento di tensione iniziale. Le richieste di Italia Viva sono, invece, più stringenti: maggiore collegialità, confronto continuo sull’azione di governo e revisione della governance del Recovery plan. È soprattutto quest'ultimo punto a essere l'ostacolo maggiore per il governo di Giuseppe Conte, che ha ammesso: "Alcuni errori sono stati fatti, indubbiamente, non sono infallibile, ma se c’è voglia di costruire tutto può essere superato". Tutti i fari sono oggi puntati sull'incontro tra il premier e Matteo Renzi, ma Giuseppe Conte con La Stampa ostenta tranquillità: "Non sono preoccupato. Sono in corso in queste ore confronti con le singole forze politiche, poi sicuramente potremmo avere anche un confronto collettivo. Ci sono state chiare note critiche da parte di una forza politica, in particolare Italia Viva, ed è giusto che ci sia questo confronto. Ma i cittadini devono stare tranquilli: non vogliamo, o almeno io non voglio disperdere energie rispetto all'azione di governo che in questo momento di emergenza è ovviamente ancora più intensa".

Il premier si dice concentrato sulle "grandi sfide" dei prossimi mesi, che vedranno l'Italia protagonista dello scacchiere internazionale con "il G20 che è appena partito, il Global Health Summit sempre nell'ambito del G20, la Cop 26 che è l'evento più importante al mondo per i cambiamenti climatici." Se da un lato Giuseppe Conte si dice tranquillo, dall'altra nega di non essere preoccupato per le sorti del governo e, ricalcando i passi del capo politico del Movimento 5 Stelle, rifugge l'idea del rimpasto di governo. "Secondo me il governo deve andare avanti. Abbiamo la responsabilità di andare avanti. Ma possiamo andare avanti a determinate condizioni. Possiamo andare avanti solo se c'è fiducia e siamo uniti tra noi. Avendo ben chiari gli obiettivi comuni e avendo ben chiaro lo spirito di coesione e di solidarietà che occorre in questa fase", ha detto il premier, che afferma di voler andare avanti in modo attivo e senza "galleggiare".

Dichiara di non lasciarsi influenzare dai sondaggi, che lo danno in risalita e rimanda al mittente l'accusa di soffrire della sindrome da uomo solo al comando: "Il mio metodo è forse il più partecipato che sia stato realizzato negli ultimi anni. Anche i famosi Dpcm, che pure portano la mia firma, sono provvedimenti assolutamente partecipati. Ormai siamo arrivati a quattro livelli di condivisione. Lavoriamo con la delegazione ministeriale, poi sentiamo gli esperti del Cts, poi incontriamo le regioni e poi i capigruppo di maggioranza. Non solo, poi andiamo anche in Parlamento, dove ascoltiamo anche tutte le opposizioni. Quindi sfido chiunque a parlare di dittatura o di Conte che vuol decidere tutto da solo."

Sui servizi segreti, il premier ci tiene a precisare che si tratta di un disegno per la ricerca e non per dell'intelligence in sé. Inoltre, Conte ha specificato che la riforma non è sua "ma è un progetto elaborato dal governo Gentiloni che era rimasto nel cassetto. Io l'ho recuperato solo perché in questi giorni si sta approvando una proposta di regolamento europeo che entrerà in vigore prima dell'estate e darà solo 6 mesi di tempo a tutti i Paesi membri di dotarsi di una struttura per la sicurezza cibernetica." Anzi, Conte di quel progetto rivendica un intervento istituzionalizzante, "perché nella versione originaria era una fondazione di diritto privato mentre nella mia versione è una struttura in cui c'è non solo il rappresentante del presidente del Consiglio, ma anche dei ministri del Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica (Economia, Giustizia, Difesa, Esteri, Interni, Sviluppo economico) a cui abbiamo aggiunto anche i rappresentanti del ministro dell'Innovazione Tecnologica e dell'Università."

Nell'intervista a La Stampa, Conte è voluto apparire tranquillo e nel pieno controllo del suo potere. In più passaggi ha ostentato la piena trasparenza del suo mondato e del suo operato ma la verifica di governo di queste ore, vista dall'esterno, è tutt'altro che chiara. Nonostante gli incontri con il Mov5Stelle e il Pd fossero quelli meno duri, i tira e molla non sono mancati, anche se le parti pare siano riuscite a trovare un accordo di massima più o meno su tutti i temi sul tavolo. L'obiettivo è di replicare i risultati di ieri nell'incontro di oggi con Matteo Renzi, che potrebbe aver già ridimensionato le sue velleità. In quel caso l'incontro si chiuderà in fretta e tutti i temi affrontati in questa sorta di Stati Generali d'urgenza potrebbero essere messi nero su bianco per sigillare gli accordi raggiunti.

Ma le pressioni sul governo Conte sono tante, anche dall'interno, e questo esecutivo continua a correre sul filo del rasoio.

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