
Ci sono inchieste basate sul nulla e finite in nulla, ma costate agli indagati anni di sofferenze economiche e morali. E poi ci sono inchieste mai iniziate, lasciate dormire nei cassetti. Per 10 anni la giustizia a Pavia ha mostrato, sotto gli occhi di tutti, la sua faccia meno limpida. Ora la storia di quei 10 anni è raccontata, secondo quanto risulta al Giornale, in un dossier che la Guardia di finanza di Pavia ha trasmesso alla Procura di Brescia, che aveva già sul suo tavolo la parte emersa di quella gestione: i fascicoli che vedono indagati per corruzione in atti giudiziari l'ex procuratore pavese Mario Venditti per il presunto insabbiamento dell'inchiesta-bis sul delitto di Garlasco; e l'altro, dove lo stesso Venditti e il suo ex collega Paolo Mazza, per anni pm sul Ticino, sono indagati per corruzione e peculato.
Che la nuova leadership della Procura di Pavia, ora guidata da Fabio Napoleone, fosse intenzionata a rileggere non solo l'omicidio di Chiara Poggi ma un'intera stagione di indagini all'epoca in cui il procuratore era Venditti lo si era intuito già da mesi. Ora arrivano la conferma e gli sviluppi. Napoleone e il suo vice, il procuratore aggiunto Stefano Civardi, hanno delegato le fiamme gialle a rileggere in controluce tutte le indagini più rilevanti compiute prima del loro arrivo. La convinzione dei nuovi inquirenti è che Garlasco - se i sospetti di inquinamento retribuito venissero confermati - difficilmente può essere stata un'eccezione, un caso isolato. Così la Gdf è andata a riaprire i fascicoli dell'era Venditti. E ha evidenziato alla Procura di Brescia (competente per i reati commessi dai magistrati di Pavia) una lunga serie di anomalie definite "allarmanti". Il contenuto del dossier è ancora coperto da segreto, e con lui l'elenco dei casi attenzionati dalla Finanza. Ci sarebbero però soprattutto reati economici e finanziari, e contro la pubblica amministrazione. Ma non è escluso che delle indagini sospette faccia parte anche anche un'inchiesta che ha fatto molto discutere, l'indagine a carico di Massimo Adriatici, l'ex assessore leghista di Voghera che il 20 luglio 2021 uccise con un colpo di pistola il marocchino Younes El Boussettaoui, colpevole di alcune intemperanze in un bar del paese. Adriatici era stato imputato di eccesso colposo di legittima difesa, con l'arrivo di Napoleone la Procura ha ribaltato l'impostazione, e per Adriatici è arrivata una contestazione da ergastolo: omicidio volontario aggravato. A testimoniare la rilevanza che la nuova Procura attribuisce al caso c'è la decisione di Napoleone di autoassegnarsi, accanto a Civardi, il fascicolo.
Nel dossier inviato a Brescia compaiono però soprattutto reati da "colletti bianchi".
Nella gestione delle inchieste sul potere politico ed economico, che - prima dell'arrivo di Napoleone - la Procura pavese era accusata di avere un comportamento non neutrale. Ora quei sospetti stanno prendendo forma. E nuovi nomi sono destinati a essere iscritti nel registro degli indagati.