Ora che anche l'Algeria ha esaurito le ultime scorte, non esiste più un Paese che venda benzina con il piombo. È stato il programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (Unep) ad annunciare che il carburante con l'additivo cancerogeno utilizzato per migliorare la combustione, abolito in Italia nel 1985, è ormai fuori commercio a livello globale. Ci sono voluti vent'anni per arrivare a questo risultato e per indurre i Paesi che ancora utilizzavano questo tipo di benzina a passare a carburanti meno inquinanti. Un traguardo definito dall'Onu una «pietra miliare» per la salute globale e il nostro ambiente. «Superando un secolo di morti e malattie che hanno colpito centinaia di milioni di persone e degradato l'ambiente in tutto il mondo, siamo rinvigoriti per cambiare in meglio la traiettoria dell'umanità attraverso una transizione accelerata verso veicoli puliti e mobilità elettrica», ha detto Inger Andersen, direttore esecutivo dell'Unep. Dal 1922, denuncia l'agenzia Onu con sede a Nairobi, l'uso del piombo tetraetile come additivo della benzina per migliorare le prestazioni del motore è stato una catastrofe per l'ambiente e la salute pubblica e negli anni '70 quasi tutta la benzina prodotta nel mondo conteneva piombo. Quando l'Unep ha iniziato la sua campagna per eliminare il piombo nella benzina, nel 2002, questa era una delle minacce ambientali più gravi per la salute umana.
Il 2021 ha segnato la fine della benzina al piombo in tutto il mondo, dopo che questo carburante aveva contaminato aria, polvere, suolo, acqua potabile e colture alimentari per quasi un secolo. La benzina con piombo provoca malattie cardiache, ictus e cancro. Colpisce anche lo sviluppo del cervello umano.
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