Dalla convention sovranista di Milano al governo di Helsinki? L'eurodeputato Jussi Halla-aho, numero uno della destra di Veri Finlandesi, potrebbe essere la sorpresa delle elezioni di oggi in Finlandia. Benché i sondaggi diano in testa i socialdemocratici al 19 per cento, con il leader Antti Rinne che potrebbe diventare il primo socialdemocratico a vincere le elezioni in Finlandia dopo due decenni, la destra nazionalista non solo è stabile al 16,3 per cento ma insegue e sta battendo già un colpo nella direzione di un possibile governo di coalizione.
«Tutto è possibile osserva alla vigilia Halla-aho, che nei giorni scorsi ha partecipato nel capoluogo lombardo al meeting con gli altri sovranisti europei - è sempre stato il nostro obiettivo vincere un'elezione e crediamo che sia un obiettivo realistico. Dipenderà se saremo in grado di mobilitare i nostri potenziali elettori nel giorno delle elezioni».
Il partito nazionalista ed euroscettico dei Veri Finlandesi si è incuneato nei consensi a causa dell'esasperata austerità applicata dal blocco centrista al governo fino a ieri. Il Partito di centro del premier Juha Sipila, il Partito di Kansallinen Kokoomus e Futuro Blu si sono caratterizzati per una strategia poggiata su spending review e tasse, al fine di risanare i conti pubblici. Ma con il doppio risultato da un lato di aver azzoppato il tanto reclamizzato welfare finlandese e dall'altro di aver lasciato praterie elettorali alle forze antisistema, come appunto i Veri e i Verdi, accreditati oggi di una buona performance.
Accanto al welfare c'è l'immigrazione come tema trainante di comizi e promesse elettorali da parte di tutti i partiti. Un report dell'Onu ha recentemente assegnato ai finlandesi la palma di cittadini più felici al mondo, per via dell'elevata qualità della vita. Il motivo? Un mix di servizi efficienti e di scarse disuguaglianze sociali, che però si sta scontrando con la cronaca quotidiana. Gli ultimi arresti nel Paese di alcuni migranti con l'accusa di violenza sessuale su ragazzine minorenni sta facendo lievitare le intenzioni di voto per i Veri Finlandesi, che stanno anche fisiologicamente gestendo i citati episodi giudiziari con un grande risalto mediatico.
Si tratta di un partito giovane, nato nel 1995: fino alle urne del 2007 aveva raccolto pochi consensi, inchiodati al 4 per cento per poi schizzare al 19 nel 2011. In quella circostanza però il no all'ingresso al governo perché considerato troppo europeo consolidò il loro ruolo nel paese, anche se il passo successivo all'interno di un esecutivo con centristi e i conservatori, nel 2015, costò loro la perdita di qualche voto. E così nel 2017 uscirono dal governo proprio per ipotecare le elezioni di oggi.
I socialdemocratici invece puntano su Antti Rinne, già ministro delle Finanze tra il 2014 e il 2015, balzato agli onori delle cronache per uno spot elettorale sui generis. Nella clip impersona l'autista di un autobus che fa salire a bordo varie persone, ognuna con una richiesta, come ambiente, lavoro, istruzione, sicurezza, uguaglianza. Un cliché non proprio comune a queste latitudini.
Nel mezzo i centristi che fanno capo all'attuale commissario Ue Jyrki Katainen in tandem con l'ex premier Alexander Stubb, in odore di un incarico a Bruxelles dopo le euro elezioni del 26 maggio.
Il partito è al governo del paese ininterrottamente dal 1987. Infine i Verdi, forti dell'effetto Germania (dove Bündnis 90/Die Grünen è al 20 per cento). Oggi potrebbero toccare il risultato migliore nella storia finlandese con il 13,5 per cento.
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