La Flotilla in navigazione verso Gaza per portare aiuti umanitari

Sulla nave pure due italiani: "Se ci fermeranno sarà perché i governi non hanno protetto la missione"

La Flotilla in navigazione verso Gaza per portare aiuti umanitari
00:00 00:00

Gli attivisti, tra cui due italiani, della nave Handala di Freedom Flotilla, salpata da Gallipoli dopo la partenza da Siracusa, sono stati fermati mentre si stavano dirigendo verso la Striscia di Gaza. L'obiettivo era portare aiuti umanitari e rompere il blocco dell'enclave palestinese. "Le autorità locali attiveranno le procedure previste dalla normativa israeliana in materia di rimpatrio", riferivano nel pomeriggio fonti qualificate. E a sera, dopo averla seguita da un drone e con delle imbarcazioni, le forze navali dell'Idf l'hanno fermata e sono saliti a bordo.

L'ambasciata italiana a Tel Aviv, in raccordo con la Farnesina, stava monitorando il viaggio degli attivisti e nell'eventuale arrivo nel porto di Ashdod saranno accolti da funzionari dell'ambasciata, che forniranno ai due connazionali l'assistenza necessaria.

Handala è salpata un mese dopo che Israele aveva intercettato un'altra imbarcazione, la Madleen, che aveva tentato in modo significativo di rompere il blocco marittimo attorno a Gaza. Su Handala ci sono in tutto 15 attivisti pro-Palestina. È gestita anch'essa dalla Freedom Flotilla Coalition, come la precedente nave. La Handala è stata bloccata al largo delle coste di Gaza, dopo aver oltrepassato il punto in cui la Marina israeliana aveva intercettato proprio la Madleen, su cui si trovavano anche Greta Thunberg e l'europarlamentare franco-palestinese Rima Hassan. "Noi quello che possiamo fare sarà entrare in sciopero della fame e rifiutare il rimpatrio", ha spiegato Tony La Piccirella, uno dei due skipper della nave. "Se ci fermeranno - aggiunge La Piccirella - sarà perché i governi non hanno protetto la missione e hanno consentito un'azione illegale in acque internazionali in violazione di tutti i diritti".

La Piccirella ha espresso "solidarietà al popolo palestinese perché se anche arriverà nei prossimi giorni un quantitativo esiguo di aiuti umanitari autorizzati da Israele saranno utilizzati in forma di controllo e sterminio come nell'ultimo mese". "Noi - ha poi sottolineato lo skipper italiano - vogliamo la fine immediata del blocco navale, la libertà del popolo palestinese di autodeterminarsi, il riconoscimento dello stato della Palestina e la fine dei bombardamenti e della complicità di tutti i governi a cui apparteniamo. Io parlo per quello italiano". Infine ha chiarito: "Se ci porteranno a Ashdod sarà contro la nostra volontà, vorrà dire che l'Idf ci ha intercettato, è salito sulla nostra barca e ne ha preso possesso, ci ha sequestrato illegalmente in acque internazionali". E ha aggiunto: "Questa missione non è solo umanitaria, ha una valenza politica simbolica forte. Ha senso quindi tacere. È comprensibile e anche intelligente dal punto di vista mediatico da parte loro tenere il tutto sotto silenzio".

La Piccirella aveva detto anche di aspettarsi in ogni momento l'interruzione di ogni comunicazione, provvedimento che precede l'intercettazione e sequestro della barca: queste sono operazioni che "di solito avvengono di sera, al buio".

L'esercito israeliano aveva fatto sapere che si stava preparando all'arrivo di Handala e che era in attesa di indicazioni dalla leadership politica. "L'Idf impone il blocco della sicurezza marittima sulla Striscia di Gaza ed è preparata ad affrontare gli scenari", avevano precisato infine le forze dello Stato ebraico.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica