Politica

Folle strumentalizzazione del Pd

Silvia Romano candidata subito. A sua insaputa. Basta un tweet del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli nel quale campeggia una fotografia della ragazza liberata, sorridente, felice, con un bel logo del Partito democratico sul vestito rosso fuoco

Folle strumentalizzazione del Pd

Silvia Romano candidata subito. A sua insaputa. Basta un tweet del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli nel quale campeggia una fotografia della ragazza liberata, sorridente, felice, con un bel logo del Partito democratico sul vestito rosso fuoco. Come se Silvia fosse di una sola parte e non fosse un'italiana attesa da tutti gli italiani. A molti, l'immagine è sembrata una strumentalizzazione, ad esempio a Luca Bizzarri, conduttore di Quelli che il calcio. È il comico a far partire la polemica, con botta e risposta social. Uno scivolone capita a tutti, anche ai ministri, nell'epoca dei media digitali. Quel tweet però, lo si voglia o meno, assume un altro significato che, specifichiamo, nulla ha a che vedere con le motivazioni di Silvia Romano, alla sua partenza e al suo ritorno da convertita all'islam dopo un lungo rapimento. Nessun giudizio su questo mistero custodito da Silvia, che per fortuna è qui tra noi, qualunque cosa abbia da dire e testimoniare. Piuttosto, una riflessione sul tentativo immediato di trasformarla nell'ex ostaggio perfetto, a neanche dieci minuti dallo sbarco in aeroporto. Silvia Romano è diventata subito, suo malgrado, un'eroina. Ha detto di essersi liberamente convertita, non ha voluto levarsi il velo, non ha pronunciato parole contro i rapitori, ha testimoniato di essere stata trattata bene, e di non aver subito violenze di alcun tipo. Ne siamo lieti per lei. Ora però resta da vedere cosa abbiamo comunicato dall'altra parte del Mediterraneo. La nostra libertà e questo va bene. Ma anche la nostra (gioiosa) leggerezza nel timbrare (multi)culturalmente e politicamente, con tanto di simbolo partitico, una vicenda ancora tutta da capire. I rapitori di Al Shabaab, non sono galantuomini, ma assassini islamisti della peggior specie, e hanno incassato, oltre a circa quattro milioni di euro, da impiegare in opere malvagie, un significativo successo d'immagine. Questo Paese, purtroppo, conosce i rapimenti di matrice politica e sembrava che la stagione degli anni Settanta avesse insegnato alcune cose: con i terroristi non si tratta, non si mostra il prigioniero, non si regala propaganda al nemico. Tutto dimenticato di fronte a una conversione (che non ci permettiamo di commentare) e a una serie di dichiarazioni (che non ci permettiamo di commentare) oggettivamente perfette nel confortare i pregiudizi del multiculturalismo. Per non dire poi del governo Conte, così a corto di risultati su tutti i fronti da intestarsi la liberazione, in realtà una storia iniziata nel novembre 2018, quando tutto era diverso, a partire dalla maggioranza. Silvia ha detto quello che pensa in questo momento, forse lo penserà sempre, chi lo può dire.

Nel frattempo possiamo chiedere di non farla diventare l'icona di battaglie altrui.

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